DIS…CORSIVO. INDIPENDENZA
NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / Piazza dell’Indipendenza, a Roma, raccorda una serie di vie intitolate a luoghi di battaglie epiche del Risorgimento italiano, da via Palestro a via Magenta. Un’arteria importantissima la raggiunge dalla parte della Stazione Termini e si chiama via dei Mille. Per quanto al centro di una zona degradata di Roma, Piazza dell’Indipendenza continua a mantenere, in un certo immaginario, il fascino della seconda guerra per il riscatto nazionale e per le battaglie del 1859, non tralasciando affatto di inglobare l’epica garibaldina.
Dietro le finestre del Palazzo che fa angolo tra via dei Mille e Piazza dell'Indipendenza, è nato il giornale di Scalfari: qui, su questa piazza e per queste vie, in particolare durante i mesi del sequestro Moro, la redazione di “Repubblica” si è fatta le ossa a contatto con un dramma nazionale senza precedenti. A chiudere la Piazza in direzione di Viale Castro Pretorio, il Palazzo dei Marescialli, sede del Consiglio superiore della magistratura, con a fianco la via intitolata a Vittorio Bachelet, il giurista e politico italiano assassinato dalle Brigate Rosse nel 1980 in un agguato alla “Sapienza”.
Non è un luogo qualunque, dunque, per simboli e per richiami, quello che ha fatto da teatro allo scontro fra operai dell'Ast e forze di polizia avvenuto ieri mattina. A Piazza dell'Indipendenza c'è un coacervo di quella Roma a un passo dal centro che si segnala per tenere in equilibrio la dignità delle sedi diplomatiche, della magistratura e della stampa (anche se solo “dello sport”, il “Corriere” che si produce qui è un gran tassello dell'informazione in Italia) con stuoli di malavitosi e spacciatori che imperversano di giorno e di notte.
Gli operai ternani che muovevano in corteo da Piazza Indipendenza portavano nei loro gesti e nei loro slogan un desiderio di giustizia e uno spirito di libertà in tono con le rivendicazioni migliori delle battaglie risorgimentali per l'emancipazione nazionale. Le forze dell'ordine, qualunque sia l'esito delle indagini e la corretta ricostruzione dei fatti, erano schierate in un normale fronteggiamento della manifestazione e hanno agito, molto probabilmente non potevano non agire anche se consapevoli delle ragioni degli operai.
L'auspicio è che il nome di quella Piazza - “Indipendenza” - aiuti tutti ad avere ed esprimere una valutazione indipendente di quanto di non bello è accaduto a Roma ieri mattina. Indipendente dalle strumentalizzazioni, dalle visioni di parte, dalle ricostruzioni ideologiche, dai massimalismi da un lato, dal perbenismo, dal senso di sostanziale indifferenza, dal giudizio frettoloso, dall'analisi facilona dall'altro.
Alla fine, infatti, resta il dolore, indipendente da ogni attestato politico interessato, degli operai che sono rientrati a Terni dovendo registrare altri ferimenti oltre quello, di oltre un anno fa, del sindaco Di Girolamo. È compito di tutti fare in modo che l'escalation, in qualche punto, si fermi, e che la battaglia degli operai di Terni si renda indipendente dallo scontro più generale che da qualche giorno oppone, in Italia, fronti accesi di rivalità politica e sindacale che non si conoscevano più da alcuni decenni.