DIS…CORSIVO. MASSIME
NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / La rabbia esplode su un campo di calcio se un padre, inviperito perché il figlio non è stato schierato dall’allenatore, va direttamente a discuterne con il mister, autorizzato in ciò da una qualche ragione che lui solo conosce che nessuno dei presenti allo stadio, spettatori o giocatori, potrà mai condividere.
Anche l'amore esplode: su un treno di pendolari, su un percorso qualunque, se un ragazzo sale, si siede accanto a quella che è poco più di una bambina, si accarezzano, si guardano e si baciano, consapevoli che alla prossima fermata, qualche chilometro, cinque minuti, lui scenderà e lei proseguirà.
L'orgoglio, infine, esplode sul terreno della politica se chi ritiene di avere bene operato, in cuor suo, per una comunità, si vede la strada sbarrata alla prosecuzione dell'impegno da una serie di ragioni che alcuni, con lui, non condividono mentre altri, non si sa se più o meno dei precedenti, giustificano.
L'orgoglio è una ferita, che taglia la carne della passione.
Sul terreno della politica, quella ferita deve ricucirsi nella dignità morale nella fermezza intellettuale.
Se a essere ferito fosse l'amore, su un treno, fra due adolescenti che si amano per cinque minuti ma ci mettono l'anima, il dolore sarebbe, continuo a credere, infinitamente più grande di quello della politica: una ferita che non si chiude.
Se a essere ferita fosse la rabbia, su un campo di calcio, di un padre che perde la testa perché il figlio è tenuto in disparte, bisognerebbe, in qualche modo, redimere, senza assolverla mai, quella rabbia: chi non conosce uno stato normale di rabbia una volta ogni tanto?
Ma chi curerà la ferita del padre tifoso, fra tutte le ferite la più dolente e umiliante per la società?
Beh, i ragazzi in amore lasciamoli al loro dolore - che non gli si augura, ma inevitabilmente viene e viene riassorbito da nuovo amore, anche se lì per lì non lo si capisce.
Non rimarrebbe che il politico, anche se ferito a morte nell'orgoglio.
Effettivamente tocca a lui capire far capire che la politica, se è tale, è sempre un po' al di là dei confini ristretti della propria persona e che c'è sempre un tifoso esagitato da andare a calmare, dopo aver ricevuto la condanna.
Quanto all'amore, esso ha un destino tutto suo, splendente e inclemente, sul quale la politica, per fortuna, non ha giurisdizione.