Dis…corsivo. Per fortuna esistono ancora le cabine
NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / Metti una stanca mattina d’inizio d’anno scolastico, quell’inerzia nel partire con gli studi, quella posa da Lucignoli che prende due adolescenti all’uscita dalla scuola. Una volta, la voglia di fare scherzi non si sarebbe spinta fino a tanto, oggi è arrivata a prendere in giro le forze dell’ordine con il lancio di minacce telefoniche in lingua araba, in una città come Assisi, dal centro di Santa Maria degli Angeli. Scherzare con gli avvertimenti jihadisti da parte di due ragazzi, poi rivelatisi cittadini italiani di origine magrebina, a meno che le indagini in corso non dovessero accreditare fino in fondo la versione “giocosa” data dai due giovani ma rivelare altri retroscena è, in sé, un segnale di degrado culturale.
Che la cosa parta da Assisi ha un significato molto relativo, serve semmai a tranquillizzare un po’ sull’effettivo stato di protezione al quale è sottoposta la città, con tutti i suoi obiettivi particolarmente sensibili.
Di sicuro, però, fa un po’ più notizia che se il fatto fosse accaduto, con tutto il rispetto per gli abitanti, a Fratticiola Selvatica, sulle colline a est di Perugia.
Il problema è che, anche da altri riscontri, un certo disordine culturale, tipico delle giovani generazioni, esiste sparso per tutta la regione e convive con un dirittura, negli studi e nelle occupazioni, che fa onore alla maggioranza degli abitanti adolescenti dell’Umbria, umbri o magrebini o di altre nazionalità che siano.
Lodare la bravura in questione di tanti studenti e di tanti giovani operai sarebbe un puro esercizio retorico: lo faranno le scuole e i datori di lavoro, le istituzioni e le associazioni cui essi fanno riferimento.
Ma di questi “disordinati” ragazzi che si divertono con la Jihad – o, magari, da non magrebini, con insulti minatori, anonimi o espliciti, alle gerarchie della Chiesa o alla politica – chi si occuperà?
Per ora, giustamente, le forze dell’ordine, che hanno brillato per tempestività e per capacità d’indagine.
Domani, invece, a chi toccherà non interrompere il discorso sui due telefonisti “jihadisti” di Santa Maria degli Angeli, a non concluderlo come fatto di cronaca, stimolante episodio ma pur sempre fatto di cronaca?
Toccherà a chiunque ha a che fare con l’opinione pubblica di una comunità non grande come quella umbra, prima di tutto all’informazione e alla rete di collegamenti social nei quali la stampa è sempre più presa. Il linguaggio e i modi di fare dei ragazzi si formano sui canali delle amicizie da social network: c’è chi li sviluppa in maturità e come tali li utilizza nella vita di tutti i giorni, nel contatto reale con le persone che incontra a casa e a scuola, c’è chi, fuori della virtualità, si sente perso e, dalla prima cabina telefonica che incontra, replica e scimmiotta tutta la bruttura che circola nei canali social.
L’educazione a una sostanziale pulizia di linguaggio e a una conseguente moralità, irridente allo spasimo ma legale, spetta in prevalenza ai corretti fruitori dei social network e al cordone che essi, e solo essi, possono fare nell’interesse dei tanti, tantissimi ragazzi culturalmente “disordinati” come quelli dei quali sto parlando.
Esistono senz’altro margini di recupero, all’interno dei gruppi di amicizie, nei quali far rientrare ragazzi altrimenti disposti a rischiare di essere confusi, nella realtà, con dei terroristi. Esistono e vanno fatti valere, senza respingere o isolare, senza creare recinti di disordine culturale, prevenendo subito, col linguaggio e col dialogo, quando si sente che qualche ragazzo si sta chiudendo in ambiti troppo ristretti, oltre i quali c’è solo la palese pronuncia a favore del terrorismo.
Ma quello è un livello di attenzione che altri curano e cureranno. Per adesso, m’interessava solo riflettere sul bizzarro episodio di Assisi e, riflettendoci, osservare che, per fortuna, esistono ancora dei punti di telefonia pubblica, qualcosa come le cabine, da cui risalire per fare le indagini. Con le celle telefoniche che “agganciano” i telefonini, abbiamo visto, spesso le cose sono molto più complicate e hanno esiti molto più contestabili e incerti.