I TROPPI TORMENTI DI UNA CITTA’-SIMBOLO COME ROMA CHE ATTENDE IL GIUBILEO E ADDIRITTURA OSA SOGNARE LE OLIMPIADI

Le vicende romane toccano l’orgoglio e la sensibilità di chi ha il piacere di sentirsi italiano. Umiliano i tanti che vorrebbero vantarsi di essere affezionati al tricolore.

E’ desolante il colpo d’occhio che Roma propone a chi la giudica dall’esterno, sia in sede nazionale, sia in ambiti internazionali. Vicende giudiziarie da far accapponare la pelle, amministratori arrestati o sotto inchiesta, il sindaco (Ignazio Marino) di fatto messo all’angolo dal capo del governo (Matteo Renzi), i rifiuti ammucchiati qua e là per i quartieri, i trasporti pubblici inefficienti, con corse addirittura soppresse in corso d’opera. E, nel contesto, intere zone urbane in subbuglio perché non appare ben gestita la distribuzione degli immigrati. Complessivamente un bersaglio facile su quale ormai da settimane spara la stampa di parecchi Paesi. E lo fa- si capisce leggendo alcuni articoli- non per il gusto sadico di condannare, ma, piuttosto, per esternare la sensazione della stima e dell’affetto traditi.

Tante le rovinose realtà che perfino opinionisti equilibrati auspicano un Commissario comunale, muniti dei pieni poteri per raddrizzare le gambe a situazioni su troppi fronti slabbrate.

In mezzo a queste vicende incombe l’approssimarsi del Giubileo e si staglia perfino l’ombra delle Olimpiadi per le quali Roma ha avuto l’ardire di candidarsi. Ma siamo certi che sia cosa saggia pensare a una colossale iniziativa come le Olimpiadi nel bel mezzo di una città massacrata dai guai?

RINGHIO

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