Il ritorno in Giunta regionale di Luca Barberini
di Alvaro Bucci
Il ritorno in Giunta di Luca Barberini, con la ripresa delle deleghe alla coesione sociale e al welfare, consente alla Giunta regionale dell’Umbria di riassumere la piena funzionalità nonché di superare quello stato di “debolezza” di rappresentanza nel rapporto cittadini/Istituzione regionale che si era determinato con le sue dimissioni. Ma il superamento della vicenda consente soprattutto di riprendere a parlare appieno delle questioni della sanità cui i cittadini umbri sono particolarmente interessati. Specialmente in vista del processo di definizione del nuovo Piano Sanitario Regionale. Un piano che potrà meglio essere integrato con il Piano sociale, tenuto conto che per la prima volta le rispettive deleghe sono affidate ad un unico assessore. Non a caso, in una intervista pubblicata sull’ultimo numero della Gazzetta di Foligno, Barberini ha potuto affermare che “sul piano sociale cominceremo a dare risposte alle nuove povertà e alle nuove esigenze”. Importanti i principi (collegialità nelle scelte ed innovazione) che Barberini intende applicare alla ripresa della sua azione di governo tesa a realizzare quella “ristrutturazione profonda” di cui i servizi sanitari regionali hanno bisogno per superare le criticità esistenti. Specialmente in presenza dei continui tagli finanziari cui la sanità è soggetta.
Secondo un’indagine conoscitiva del Senato, Commissione Igiene e Sanità, il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale ha subito rilevanti tagli e non è in grado di sopportare ulteriori restrizioni finanziarie, pena un ulteriore peggioramento dei servizi ed un deterioramento delle condizioni di lavoro degli operatori. E mi sembrano allarmanti due tendenze evidenziatesi di recente: quella dell’ allontanamento dal SSN di fasce crescenti di utenti a causa di difficoltà economiche (ben 11 milioni secondo il rapporto Censis) o per le sempre più lunghe liste d’attesa ed i ticket sempre più elevati che inducono a rivolgersi al settore privato. E l’altra riguardante la sempre più richiamata attenzione sui fondi sanitari integrativi ed assicurativi.
Allora, pur in presenza di risorse sempre più scarse, dovremmo tutti proporci l’obiettivo di tenerci stretto un servizio sanitario pubblico, anche della nostra Regione, equo e di qualità, “volto a garantire la tutela della salute come diritto fondamentale della persona e della comunità”.
Perciò evidenzierei alcuni obiettivi, ritenuti validi per un governo della sanità, che si potrebbero tenere presenti anche nella definizione del nuovo P.S.R.: 1) Priorità della prevenzione, 2) Rafforzamento delle cure primarie, attraverso l’integrazione ospedale e territorio, ed integrazione socio-sanitaria, 3) Sviluppo di azioni per superare sovradiagnosi e inappropriatezza, 4) Lotta ad ogni possibile spreco o pratica di corruzione. Tutti obiettivi sui quali ci si dovrà prossimamente più ampiamente soffermare.