La diffusione telematica, fascino e insidie. In nome della libertà non si può sempre dire e fare tutto. Purtroppo c’è chi la usa la ‘rete’per mettersi al servizio del male

Il fascino e le insidie della rete telematica. Riflettere su questi aspetti ormai molto largamente acquisiti sembra quasi superfluo: notizie, commenti e suggestioni corrono in un millesimo di secondo lungo i misteriosi binari della ‘rete’’. E incidono sul nostro modo di essere e di comportarci. La cultura si espande telematicamente e la voce e il pensiero delle persone per bene si diffondo senza limiti di spazio. La politica e i suoi vessilliferi conquistano o perdono consensi anche a seconda di quanto viene raccontati da Internet. Ci sono partiti (superfluo citare i Cinque stelle) che hanno costruito in ‘rete’’ il novanta per cento del loro capitale ideologico. Altri che rimpiangono di aver detto troppo o male affidandosi a twitter o a facebook. Sono, in ogni campo dello scibile, le fortune o gli infortuni di chi necessariamente vive i contatti con le suggestioni della nostra èra.

Ma- si diceva- la ‘’rete’’ è anche una micidiale insidia ala quale- come purtroppo sappiamo- legano le proprie miserabili e fanatiche cavalcate

i promotori dell’Isis. Molte delle stragi degli ultimi tempi sono state coltivate e incentivate da esperti telematici che, in nome di un incredibile Dio, spingono centinaia di folli deliranti a uccidere migliaia di persone innocenti. Il massacro di Dacca era, con tanto di foto, sui computer di tutta la terra, pochi minuti dopo la carneficina che è costata la vita anche a numerosi nostri connazionali.

Sono grandiosi i traguardi che ci consente di raggiungere la ‘’miracolosa’’ tecnologia; però sempre più appare indispensabile una disciplina

internazionalmente sottoscritta. I nome della libertà non si può dire e fare tutto. Proprio tutto.

RINGHIO

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