LA SETTIMANA DEL PROFESSOR AFFABILE
di Umberto Giorgio Affabile / I due piatti della bilancia che compaiono nel logo dell’ “Italia dei diritti” non sono in equilibrio.
Senza avventurarmi nella lettura dello squilibrio, credo che il Movimento nazionale “Italia dei diritti” intenda favorire il perfetto allineamento del Paese e del godimento dei diritti da parte dei cittadini operando sul piano della legalità e coinvolgendo anche l'Umbria nel suo progetto. Sarà compito di Giampiero Prugni, titolare del maglificio PMB di Ramazzano, giocare coi piatti della bilancia, se possibile, da nuovo Presidente della Regione: Prugni, specializzato nell'alta moda fashion, è il quinto candidato alla presidenza, entrato in settimana nella competizione con l'obiettivo di ricercare l'alternanza di governo, superare il clientelismo e affermare il principio del diritto soggettivo del cittadino. Con un po' di enfasi, Prugni, candidatosi al posto del leader nazionale del movimento, De Pierro, avverte gli elettori che, con lui, l'occasione del cambiamento è irripetibile.
Le occasioni, invece, che si ripetono e si rinnovano, per ora non non lanciano proclami da ultima spiaggia. Tutto è misurato e lento: Amato John De Paulis ripete il no all'Ikea, Laura Alunni ripete il ritornello del Microcredito Cinque stelle, Claudio Ricci arriva a fatica alla conferenza stampa di presentazione della candidatura ma ripete di sentirsi forte più che mai, Catiuscia Marini esce dal jamboree del Lyrick incassando 600 ripetizioni annuenti alla sua candidatura.
Claudio Ricci, però, e Catiuscia Marini hanno innovato almeno nel linguaggio. Al sindaco di Assisi è uscita una frase ad effetto per lanciare il guanto di sfida alla sua avversaria: “Se il confronto elettorale fosse a due (tra me e la Marini) potrei fare a meno della campagna elettorale, avrei già vinto”.
Per Catiuscia Marini ha parlato un intero Liryck, con un linguaggio variopinto, pieno di metafore, di ottimismo, di desiderio di confronto interno al partito. E con l'ammissione, da parte di Leonelli, che del terreno da recuperare il Pd ce l'ha, se è vero - ha detto più o meno - che avevamo per tradizione una carta vincente, quella di stare fra la gente, che l'abbiamo persa e la stiamo cercando di nuovo con grande determinazione.
E di carte, sui tavoli del jamboree del Lyrick del 7 marzo, il Pd ne ha fatte girare tante, mescolando il mazzo senza sbavature, distribuendo la posta e calcolando ben bene i rilanci di ognuno dei presenti.
Così, alla forza spavalda del singolo Claudio Ricci si è contrapposto il muro dialogante di Catiuscia Marini, ma, in un caso e nell'altro, l'impressione che le alleanze dei due schieramenti siano ancora tutte da costruire è molto evidente.
Ricci ha ricevuto Quagliariello e Catiuscia Marini ha incontrato Vinti; Ricci ha perso Ronconi, ma non è detto che il fronte moderato di centrosinistra possa inglobare i transfughi dell'Unione di centro.
Piccole schermaglie a parte (Gallinella che interroga la Boschi sulla legge elettorale umbra e ne riceve una laconica risposta: “non ci sono segnali di incostituzionalità manifesta”) e evitando di seguire i patemi quotidiani degli animi degli aspiranti candidati, mi viene di vedere, questa settimana, un' affabile inquadratura della situazione umbra in cui compaiono, da un lato, indiretti interventi elettorali in nome del buongoverno regionale dell'Umbria dell'ultimo quinquennio (vedi la Marini sulla sanità, sul bilancio, sull'incontro con la Commissione lavoro della Camera, cioè con la strana coppia Damiano Polverini) e, dall'altro, più significativi elementi di difficoltà amministrativa che arrivano da singoli Comuni (vedi il bando dei Monopoli di Stato a Magione per le due tabaccherie e la preferenza ai profughi, la vicenda della Casa delle musiche a Terni, le dimissioni del vicesindaco di Cannara “per motivi personali”, la lettera del sindaco di Castiglione del Lago a Renzi sulle difficoltà di bilancio). Che è quanto sospettare che la Regione, in sé, sia un ente abbastanza incomunicabile (alle benemerenze sulla sanità subito si contrappone la retrocessione dell'Umbria nella classifica dei Livelli essenziali di assistenza riferiti al 2013), mentre la battaglia per le regionali, con molta probabilità, risentirà fortemente dell'influsso di quanto accade a livello locale, nei singoli Comuni, dove la realtà dei fatti è subito toccabile con mano e comunicabile.
Che siano i sindaci, con i loro pregi e i loro difetti, ad avere in mano le sorti della prossima giunta regionale?