LA SETTIMANA DEL PROFESSOR AFFABILE

di Umberto Giorgio Affabile / La settimana più inutile dal punto di vista delle idee e del dibattito elettorale è finalmente trascorsa. Tutto l’interesse, dal giorno di Pasqua alla domenica “in albis”, è stato concentrato sulla chiusura delle liste, con evidente e non sorprendente sospensione dei temi e dei progetti da parte degli schieramenti politici.

Rimane ancora per me un affabile mistero capire come si possano separare le due sfere: i candidati oggi e i programmi domani, ma mi devo rassegnare a trovare spiegazioni nella già fissata adesione a valori e impegni politici che la scelta dei candidati, corrente per corrente, deve per forza di cose presupporre. L’entusiasmo dell’osservatore, però, così scema e, forse, è anche per questo non consapevole abbinare un candidato a delle idee che l’osservatore, nel giorno in cui diventa elettore, trova fatica a esprimere il suo consenso oppure finisce per farlo mancare del tutto, in maniera astensionisticamente non del tutto ingiustificata.

Ha rimediato al vuoto di dibattito la presidente Marini durante la convention di sabato 11 a Bastia Umbra e con l’acuto lanciato per recuperare terreno a favore del candidato di Spoleto escluso dalla lista del Pd: “Me ne farò carico personalmente nelle forme e nei modi possibili”. L’eroica pronuncia è avvenuta sulle ali del discorso che la presidente ha tenuto a Bastia per dare il via alla sua campagna elettorale.

Un discorso, il suo, del quale si può dire, in tutta affabilità, che Catiuscia Marini ha chiesto con estrema umiltà, senza supponenza, di ricevere la fiducia degli umbri. La sua difesa della concretezza può aprire strade di grande coinvolgimento emotivo e per trasformare un credo amministrativo, come il suo, in consenso trasversale occorre avere parole sempre più equilibrate e calde, battere, all’interno del Pd, sui tasti di un primato femminile che non sia rivendicazionismo di genere, ma autentica conquista culturale di uomini e donne, presa di distanza dagli estremismi, rifiuto degli arroccamenti su vecchie posizioni ideologiche.

Se la compagine del Pd risponderà onestamente a questi obiettivi, la presidente non potrà che avvantaggiarsene anche nella sua lista, facendone un polo di dialogo realmente utile, al servizio della comunità locale e garante di quel pluralismo sul quale si gioca molta parte della contesa elettorale.

Il modo di porgersi, infine, è parso convincente, ma non si finirà mai di consigliare a chi cura l’immagine della presidente di saper rendere sempre più efficaci insieme, nella sua figura, fermezza e dolcezza.

Di questa settimana, come dicevo, si ricorderà solo il discorso della Marini. Per il resto, il Pd ha chiuso, finalmente, tutte le opzioni e trovato il capitano (ma è proprio vero che Leonelli ha coniato per sé quella filastrocca: “Sono giovane, sono bello, mi chiamo Giacomo e dammi ‘sto votarello”?). Sono usciti di scena Cernicchi e la Fioroni (assoluti “tormentoni”, per stare alle rime di Leonelli), i loro consensi sono sul mercato, una regia di antica ascendenza talvolta massimalista guida il rinnovamento, in Umbria Renzi deve fare i conti con realtà più complesse che a Roma, alla fine il renzismo ci sarà anche, ma non si vede più di tanto.

Anche a sinistra nessuno ha parlato, tutti si sono limitati a prendere posizione, nel senso di occupare un posto: l’asse ellenico-ispanico dell’”Altra Umbria” si sta accreditando decentemente, in termini percentuali, fuori del Pd; l’Umbria che, per non sapere come definirsi, si battezza “più uguale”, sta mettendo le ali ai piedi, forte di quel suo landinismo che non disprezza di stare nel centro-sinistra.

I dilemmi dei 5 Stelle hanno trovato, infine, soluzione con il rifiuto a proseguire, in corsa, di Laura Alunni e un testimone lasciato, sulla pista, senza passaggio diretto, a Andrea Liberati: è più difficile stare nel Movimento di Grillo che nel Pd, parola di Affabile!

Più tranquillo è apparso Claudio Ricci, papalmente salito a bordo di una Panda (così fece Papa Bergoglio per andare alle Carceri) e seguito da una schiera di persone di fiducia che non lo accompagnano certo su una Ferrari.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.