LE GIGANTESCHE ONDATE DELL’IMMIGRAZIONE: VIVA L’EQUILIBRIO DI ALCUNI SINDACI
Finalmente, piano, in Italia stiamo arrivando ad affrontare il gigantesco problema dell’emigrazione senza farsi prendere la mano dal facile buonismo e, d’altro canto, senza scivolare lungo l’agevole discesa della demagogica preelettorale.
Se, con animo sereno, si seguono i dibattiti televisivi, si constata che, da sinistra, da destra e dal centro, si affronta lo sforzo dialettico per coniugare solidarietà e buon senso. Si capisce, cioè, quanto sia difficile (impossibile?) accogliere decorosamente le migliaia e migliaia di disgraziati che ogni giorno arrivano dal mare (ora anche dalle frontiere del nord), e al contempo si valutano, senza grintose reazioni, le urgenze della mano tesa con spirito di umana collaborazione. Oggi, in un talk show del mattino, hanno dato apporti di equilibrio, due sindaci : uno di centrosinistra (Ricci, sindaco di Pesaro) e l’altro di centrodestra (Ricci, sindaco di Assisi). Entrambi hanno evitato di sfruttare i proclami, che talora, in nome del buonismo e della demagogia, vengono scanditi da alcuni rappresentanti delle loro parti politiche. Insomma non si tratta di rifiutare tout court il concetto dell’accoglienza, ma, semmai, di commisurare il tutto all’ingigantimento del ‘’numero’’ che ‘’non può essere dilatato all’infinito’’. Per andare sulla metafora una damigiana d’acqua non può calarsi dentro ad un fiasco: se lo si pretendesse l’operazione davvero …farebbe acqua e lo stesso fiasco andrebbe in frantumi. Bisogna tener conto, fra l’altro, che gli ‘’ospiti’’ (così li chiama chi vuol apparire più raffinato) hanno diritto alla piena dignità delle loro persone: almeno alimentazione, un letto, igiene e impegni quotidiani che li sottraggano all’insidia del ciondolante non far niente.
Dunque- ecco la sintesi dei due sindaci non legati da coincidenze politiche- porte aperte si, però nei limiti della valida ospitalità. E soprattutto, attenzione- nei dosaggi- a non determinare la diffidenza dei cittadini italiani. Quindi, tanto per insistere, buon senso, vale a dire ‘’senso della misura’’. Obiettivi raggiungibili se veramente ci si libera dall’aperturismo più spregiudicato (dunque dannoso) e dalle bieche chiusure di chi urla ‘’fuori gli immigrati’’. Gli estremi opposti, non solo sono ‘’opposti’’, ma, appunto, sono ‘’estremi’’. Lo dice la parola stessa. O no?
RINGHIO