L’incidente elettorale di Palazzo Priori? Ma non è la prima volta
Torrenti di lacrime, fiume di parole continuano a descrivere il ribaltone di Palazzo dei Priori come il primo incidente politico della sinistra da 60 anni ai giorni nostri. Ma nella memoria storica della sinistra c’è un’amnesia. Sul finire degli anni ’60, infatti, la tradizione si interruppe e per un quinquennio DC e Psi governarono la città. C’è chi ricorda quel quinquennio improntato ad una gestione di alto profilo, con il Pci all’opposizione che, tuttavia, svolse con dignità mai abdicando alla funzione costruttiva della proposta. Oggi si tratta di ripercorrere quel segmento di storia organizzando, come allora, un tipo di opposizione che, pur senza fare sconti, faccia percepire una capacità di governo. Per carità: non chiamatelo “governo ombra” ma, piuttosto,… “governo delle idee”! E chi più ne ha più ne metta! Ma ora ricostruiamo in breve le tappe di una storia.
Per quasi mezzo secolo e per tradizione, sulla poltrona più alta di Palazzo dei Priori, è sempre stato seduto un socialista. Forza della tradizione ed anche di un perfetto dosaggio politico. Al sindaco socialista di Perugia si doveva accompagnare un sindaco comunista a Terni, così che nelle due rispettive amministrazioni provinciali gli incarichi risultassero invertiti. Questo equilibrio “senza avventure” resterà immutato fino al 1995, fine della prima Repubblica. Sindaci socialisti, dunque. E a prescindere. Alcuni saranno bravi, altri meno, ma tutto andrà avanti senza scosse perché spesso capiterà che il vicesindaco svolgerà funzioni di surroga. Così al timido Caraffini si accompagnerà l’estroverso Ciuffini, al presenzialista Giorgio Casoli il discreto Raffaele Rossi, al bonario Baglioni il burbero Renato Locchi. C’è chi propone e chi dispone.
Il consiglio comunale, le forze sociali ed economiche, l’università, le banche, i notai, gli avvocati, i commercianti, i costruttori, tutti in fila davanti a quella grande fabbrica di sogni, di speranze, di carta bollata che è ancora oggi Palazzo dei Priori. Per un perugino è quello il Palazzo che conta, amato ed odiato, riverito ed osteggiato. Ecco questa è Perugia e la cosiddetta debacle elettorale che ha portato la destra al Governo non è dunque un incidente della storia perché talvolta con i corsi e ricorsi Vico docet. Ma alle porte della primavera amici e compagni al lavoro!