RASSEGNA STAMPA DEL CENTENARIO: 16 – 31 MARZO 1915
di Maurizio Terzetti / Nella seconda metà del mese di marzo 1915, la Missione von Bülow – azione diplomatica voluta, tra il 18 dicembre 1914 e il 24 maggio 1915, dall’ex cancelliere tedesco Bernhard von Bülow, per persuadere l’Italia a non entrare in guerra contro l’Austria – conosce una notevole intensificazione.
Il 4 marzo erano già iniziate, ufficialmente e segretamente, le trattative tra l'Italia e la Triplice Intesa. Ed ecco che von Bülow viene in visita da Salandra, provocando acute reazioni fra tutti gli schieramenti politici italiani.
Scrive Benedetti sull' “Unione liberale”: “E' bastato che la cronaca registrasse una semplice gita di von Bülow a palazzo Braschi - una delle tante - perché subito si aprissero le cataratte del pettegolezzo e delle fantasie”. Ma non si trattò certo di una “semplice gita” se, in realtà, lo stesso commentatore aggiunge: “La notizia del colloquio Bülow - Salandra ha avuto questo tangibile effetto: di rincuorare i neutralisti e di sconfortare o adirare gli interventisti”.
In piena fase di trattative, svolte per cercare di ottenere vantaggi a favore dell'Italia senza entrare in guerra (in sostanza l'Italia chiedeva all'Austria il Trentino e Trieste), conclude Benedetti: “Il governo ha il dovere sacrosanto di esaminare tutte le proposte che vengono dal di fuori. Quanto ad accettarle è un'altra cosa”.
Passano, intanto, i provvedimenti per la tutela economica e militare dello Stato; il pane bianco sarà dato solo dietro presentazione di certificato medico mentre, per tutti, ci sarà “pane nero”, con “giubilo” - notano i liberali - “di tutte le nostre anime legalitarie”; il cammino che fa l'Austria verso le concessioni territoriali all'Italia si mantiene molto lento. Il mese si chiuderà con una disponibilità, da parte dell'Austria, a cessioni di territorio nel Tirolo meridionale, Trento compresa, ma la proposta sarà giudicata insufficiente dal Governo italiano mentre la stampa, e con essa l'opinione pubblica, si dibatterà in fortissimi dubbi: “A Montecitorio, fra gli uomini politici che non hanno ancora abbandonato la capitale si discute molto sulla opportunità da parte nostra di accettare, allo stato degli atti, qualsiasi concessione così nella forma testamentaria come in quella della donazione 'inter vivos'. Tanto il caso della successione a cose finite, quanto quello della immediata consegna di nuovi territori italiani finora rimasti sotto la dominazione straniera, danno luogo a dubbi gravi e a timori che lì per lì non appariscono completamente infondati” (L'Unione liberale”, 29 marzo).
In Umbria, fa notizia il fatto che a Gubbio le dimissioni alla Congregazione di Carità finiscano per essere sancite da un incontro di tutti i “deputati” in osteria: “Prima di separarsi un deputato fece una proposta allegra 'gimo tutti a bè!' Così a mitigare tanto dolore tutti insieme si recarono nell'osteria dell'Erminia dopo dove dopo molti bicchieri e mal celate lacrime si sciolsero definitivamente” (16 marzo).
E a Perugia, in tema di mobilitazione civile, le donne sono date per più tempestive degli uomini nel partecipare alla grande organizzazione di assistenza nazionale: allo scoppio della guerra, donne appartenenti a tutte le classi sociali, a centinaia fanno sapere di essere disposte a svolgere i seguenti lavori: lavori domestici, di cucito e maglierie, assistenza sanitaria e ai bambini, segreteria e corrispondenza, contabilità, lavori speciali non compresi nelle precedenti categorie.
Nel frattempo, il 18 marzo, “è quasi formata la prima squadra di 'giovani esploratori' e tra pochi giorni cominceranno le istruzioni” (18 marzo).
Il maltempo di questi giorni è all'origine di una frana che, nei pressi di Orte, ha fatto ritardare l'arrivo a Perugia dei treni da Roma: “Gli assidui lettori del 'Giornale d'Italia' e della “Tribuna” hanno dovuto quindi pazientare ed accontentarsi di leggere i giornali soltanto oggi alle 13.30, cioè contemporaneamente al 'Messaggero' giunto stavolta senza ritardo” (19 marzo).
Alla rituale lettura dei giornali romani continuano ad accompagnarsi molte abitudini della società perugina e della comunità umbra: al Turreno arriva un “Circo Equestre Anglo – Sassone”; fervono i preparativi della corsa motociclistica “Roma Terni”; lo “Stabat Mater” di Rossini, ai Notari, da tempo annunciato, si rivela una bellissima esecuzione.
La legge per il Trasimeno è pronta per essere discussa alla Camera, ma la gravità del momento, si viene a sapere il 22 marzo, molto probabilmente la farà slittare; in questo caso, però, “le popolazioni del Lago sapranno rendersene conto con quel nobile senso di patriottismo che non si è mai in esse smentito”.
Questa guerra, in ogni caso, anche se verrà, si combatterà lontano da Perugia, e a Perugia, in questi giorni, fervono i lavori pubblici: il 24 marzo, il Palazzo postelegrafonico può dirsi finito e dentro Brugnoli lo sta decorando; progredisce la circonvallazione tra la porta della Conca e la porta dell'Elce di Sopra; anche i lavori del nuovo ospedale, avviati cinque anni prima, avanzano.
I preparativi per la guerra, si scrive però ormai, non riguardano solo l'esercito, che è stimato “forte e splendidamente agguerrito”, ma si estendono alle risorse di riserve di grano, a quelle siderurgiche e a quelle auree. Angelo Lupattelli, in ogni caso, rievoca intanto con trasporto, sull' “Unione liberale”, i salotti perugini del secolo appena trascorso.
A Spello, un'alleanza tra partito socialista e radicali, all'insegna dell'anticlericalismo, vince le elezioni sul partito conservatore.
Il 27 marzo, un forte terremoto, con epicentro tra il capoluogo e Castel del Piano, colpisce Perugia. La scossa si verifica poco dopo la mezzanotte e si rinnova intorno alle due: “Il Corso Vannucci alle 2 di questa notte aveva l'aspetto di un pomeriggio domenicale tanto era affollato. L'Eden, il popolare cinematografo cittadino, ha aperto i suoi battenti e per una volta tanto, anziché accogliere la solita folla che quotidianamente assiste agli spettacoli, ha riunito ed accolto fino alle prime ore del giorno molte donne e bambini impauriti”.