Roma, una città ‘’non governabile?’’. I ‘’ragazzotti’’ delle Cinque stelle alle prese con una jungla animata da furbi, farabutti, faccendieri e…burocrati

Non è la prima volta che i giornali e le Tv ripetono un

concetto allarmante:’’Nemmeno il miglior sindaco del

mondo può governare Roma avviluppata da mille coacervi

di potere e dalla jungla di una burocrazia che tira dritta

per la sua strada, fregandosene di chi comanda o

dovrebbe comandare’’. Corrado Augias stamattina in

televisione ha ricordato due figure storiche (più o meno

nobili), Nerone e Mussolini, che ritennero impossibile o

addirittura inutile il tentativo di amministrare Roma e i

romani. Le vicende che in questi giorni stanno

facendo scricchiolare la Giunta-Raggi parrebbero

confermare quanto sia vischiosa e…romanizzata la fatica

di imprimere qualche colpo di timone alla vita pubblica

della Capitale. A prescindere dall’impreparazione dei

grillini che oggi tutti definiscono ‘’ragazzotti’’, emergono

le incrostazioni di una città che non vuol far capire chi

comanda e soprattutto non accetta che qualcuno

comandi al di fuori delle solite ramificazioni. Virginia

Raggi e il suo variopinto staff dimostrano di avere

ottenuto un ruolo per il quale non sono pronti,

comunque molte cose confermano che tutto l’intricato

contesto capitolino vuole inzuppare il biscotto nella

gestione, presente e futura, di una metropoli complessa

e carica di mille insidie. La stessa storia delle Olimpiadi

si, Olimpiadi no, è l’immagine non solo di differenti

valutazioni politiche, ma di tanti ‘’cani’’ che si

azzannano pur di mordere l’osso.

Ed è grave, purtroppo, che gli italiani, nauseati da

decenni di scandali e di ruberie legati ai grandi

eventi, non tifino più di tanto per l’organizzazione

dei Giochi olimpici perché sanno, per amara esperienza,

che attorno al fascino di una bella manifestazione

sportiva scatterebbe la macchina del malaffare.

Siamo intossicati da certe brutte abitudini e temiamo

che la catena del danaro sporco possa ulteriormente

allungarsi.

Auspichiamo che i rimedi contro i torbidi affaristi

arrivino non dalle Procure della Repubblica, ma

dall’impegno di cittadini (politici e non) ansiosi di

garantire al nostro Paese l’immagine di pulizia morale

che, agli occhi del mondo, appare oggi tristemente

sfregiata.

RINGHIO

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