Si trascina verso il traguardo una campagna referendaria che ha mischiato cattiverie, insolenze e parolacce. Brutta quasi come quella che in America ha macchiato Trump e la Clinton
Quando anche i nani fanno ombra vuol dire che siamo proprio al tramonto. Basta guardare i dibattiti televisivi di queste ore per verificare che ormai il dibattito sul Referendum è di serie C: per esaurimento dei veri leader (visti, rivisti e riascoltati mille volte) vengono chiamati in scena figure di terzo livello che, naturalmente, non hanno nulla di originale da raccontarci: si limitano a ripetere- malino- le tesi che, su un fronte e sull’altro,ci stanno martellando ormai da troppi mesi. La verità è che,per un vezzo o un vizio tutto italiano, la campagna elettorale noi la tiriamo avanti per mesi e addirittura per anni. In questo caso- Riforma costituzionale-ci stiamo lacerando dall’inizio del 2015. E siamo andati avanti all’insegna del crescente logorio, con scambi dialettici che poco, o quasi nulla, hanno il vero sapore dei temi referendari. Se proviamo a memorizzare quel che ci è rimasto nel capo dopo tutti i mesi di scontro ci accorgiamo che rimbalzano soprattutto gli inulti e le parolacce. E fa piacere constatare che anche l’ameno ed equilibrato ‘’Fischio’’che vivacizza ‘Umbria domani’’ ribadisca, per questi non lodevoli aspetti, le riflessioni che io ho pubblicato l scorsa settimana: il livello di questo dibattito italiano è stato così basso da sfiorare la pessima esibizione sfoderata in America da Trump e dalla Clinton.Li abbiamo copiati in peggio, senza considerare- ha ragione ‘Fischio’’ che, nelle fasce protette insulti parolacce raggiungono anche le orecchie di minori. Che, dunque, così si preparano, inconsapevolmente, a diventare gli adulti di domani . Responsabilità grave per i troppi ‘’propagandisti’’ che aprono bocca ed emettono fiato: attenti, soprattutto, ad offendersi reciprocamente e del tutto disattenti nei confronti del rispetto che dovrebbero ai milioni di italiani schierati per il ‘’Si’’ o per il ‘’No’’. Eh sì, perché quando si ‘’sputa’’addosso ad un avversario politico, di fatto si insozzano anche quelli che la pensano come il personaggio insolentito.
Domenica andremo alle urne erosi dallo sfinimento che ci ha inflitto una campagna elettorale troppo lunga, troppo cattiva e troppo…fuori tema. Chiunque vincerà si troverà ad alzare le braccia senza il gusto del vero trionfo perché si troverà al cospetto di un’Italia spaccata in due anche dall’aggrovigliarsi di brucianti ferite dialettiche. Meritava arrivare a tanto sfascio per parlare della Costituzione, cioè della legge che i ‘’Padri’’ del 1948 considerarono elemento di unificazione, non di spaccatura.
RINGHIO