Un nuovo popolarismo: per costruire il popolo

Un nuovo Popolarismo: per costruire un popolo”: è il tema di un’interessante iniziativa politico-culturale promossa dall’Associazione dei cattolici democratici “Agire politicamente” a margine dell’annuale Assemblea nazionale dell’Associazione che si è svolta a Roma il 15 e 16 giugno scorso. Momento centrale dell’iniziativa il “Tavolo di confronto”, moderato dall’editorialista di Avvenire Gianfranco Marcelli, con gli interventi di David Sassoli, Vice Presidente del Parlamento Europeo, e Gianni Cuperlo, Dirigente nazionale del PD, ed il senatore Lucio D’Ubaldo che si sono confrontati su “Le culture popolari nel progetto originario del PD: per un nuovo popolarismo”, sollecitati dalla relazione introduttiva di Lino Prenna, coordinatore nazionale di “Agire politicamente”, che ha sviluppato ampiamente le fondamenta di un nuovo popolarismo, che rielabori le culture popolari confluite nel PD e ne possa essere la condizione di una sua ripartenza.

Si tratta di una proposta, ha sottolineato Prenna, “che vuole dotarsi di una nuova ermeneutica sociale ispirata alla teologia del popolo di Papa Francesco”. E le ragioni per cui tale proposta è rivolta al PD vanno ricondotte al fatto che Agire politicamente, pur non aderendo al PD, ha sin dagli inizi considerato la nascita del Partito democratico un fattore di novità nella storia dei partiti politici, occasione di rinnovamento della politica italiana e, soprattutto, opportunità storica per il movimento politico dei cattolici.

Seguendo anche il pensiero rosminiano, secondo cui le società sono guidate dalle due forze chiamate “ragione speculativa”, che promuove aspirazioni ed idealità, e “ragione pratica” che è propria delle masse e “si configura come istinto sociale, pulsione emotiva, sorretta da forti ma oscure ragioni”, Prenna ha osservato come nelle elezioni del 4 marzo sia prevalsa la “ragione pratica” , denominazione che “nobilita quello che è stato chiamato più prosaicamente voto di pancia” . Hanno cioè vinto forze populiste, giacché la prevalenza dell’istinto sulla ragione, dei bisogni sui desideri, dell’utilità immediata sulle aspirazioni ideali, caratterizza i programmi di ogni populismo.

La proposta del neopopolarismo

Ma per il cattolicesimo democratico, secondo Prenna, il populismo può costituire una provocazione a riscoprire la sua vocazione popolare: una sorta di ritorno al popolo, nella versione di un neopopolarismo, che raccolga la migliore tradizione delle culture popolari, sia d’ispirazione cristiana che di espressione social comunista e “le reinterpreti alla luce della teologia del popolo, cara a Papa Francesco”. Va ricordato al riguardo che Bergoglio, nella Evangelii gaudium, propone i ben noti quattro principi che “orientano specificatamente lo sviluppo della convivenza sociale e la costruzione di un popolo in cui le differenze si armonizzino all’interno di un progetto comune”: il tempo è superiore allo spazio, l’unità prevale sul conflitto, la realtà è più importante dell’idea, il tutto è superiore alla parte. Prenna si è soffermato, tra l’altro, sul primo principio, in quanto più direttamente interessante l’attività politica. La superiorità del tempo permette di lavorare, di progettare a lunga scadenza, senza l’ossessione dei risultati immediati. Ed è anche la condizione per riprendere la cultura del progetto, che è indispensabile riprendere se si vuole pensare un agire politico che guardi oltre le urgenze del momento.

La realizzazione di questi principi il Papa li affida alla politica, invitandola però ad occuparsi delle due principali fragilità del momento: i poveri e l’ambiente. All’inclusione sociale dei poveri Francesco dedica pagine intense, parlando anche di “forza salvifica delle loro esistenze”. Per l’ambiente si richiama all’ecologia che è anche una pratica di vita, di cura della “casa comune”. E a curare questa casa comune sono chiamate l’ecologia, che è “la scienza e la pratica delle buone regole della casa”, e l’economia: i due “grandi poli di elaborazione di una nuova politica”. Ed al riguardo, infine, Prenna ricorda l’idea che Francesco ha della politica: “Non bisogna perdere di vista in nessun momento che l’azione politica ed economica è efficace solo quando è concepita come un’attività prudenziale guidata da un concetto perenne di giustizia che tiene sempre presente che, prima e aldilà di piani e programmi, vi sono donne e uomini concreti”. E questa attività prudenziale è la virtù che misura proporzionalmente i mezzi (del potere della politica) in funzione del fine della politica: costruire un popolo, costruire la città, realizzare il bene comune.

Gli interventi

Sulla proposta di neopopolarismo sono successivamente intervenuti David Sassoli e Gianni Cuperlo che, entrambi, hanno innanzitutto condiviso le critiche alla conduzione monocratica ed elitaria del PD evidenziate già da Prenna.

Secondo Cuperlo “il disegno più ambizioso del secolo ha presto fatto spazio alle ambizioni di una classe dirigente convinta di presidiare se stessa nell’unica forma possibile, l’esercizio del potere, dentro e fuori”.

E così quel progetto, così ambizioso e così atteso nella storia italiana, non ha retto l’urto degli eventi perché “non abbiamo avuto la capacità di far corrispondere all’ambizione del progetto la solidità della sua cultura politica, della sua cultura storica e della sua cultura di governo”.

Sassoli ha affermato l’esigenza di avere il coraggio di valutare le luci e le ombre “di questi dieci anni” e di “dotarci di uno strumento rinnovato per essere utili alla casa comune”. Ma, “per riprendere il filo di qualcosa che sentiamo si è interrotto”, occorrerà riacquistare pensiero, riflessione e dibattito “per rimetterci nella capacità , non solo di produrre riflessioni, ma di produrre azione politica”. E senza far mai venir meno una logica del dialogo, avendo sempre il Paese a riferimento.

Interventi programmati sono stati affidati ad Ambrogio Bongiovanni, Docente di Teologia delle religioni, a Massimo De Simoni, dell’Ufficio di Presidenza PD di Roma, e da Pier Giorgio Maiardi, Vice Coordinatore di Agire Politicamente.

Alvaro Bucci

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