A Narni grande partecipazione al convegno su “dolore: malattia difficile da curare”
“Il dolore oggi non è più considerato un semplice sintomo, ma una vera e propria malattia e come tale bisogna trattarla. Per questo, medici e infermieri che giornalmente si trovano a contatto con il dolore, devono saper distinguere il tipo di dolore, ad esempio, se è acuto o cronico, perché rappresenta il prerequisito fondamentale per adottare un approccio corretto per il suo trattamento”. E’ quanto sottolineato da Adiberto Favilli, medico chirurgo specializzato in Anestesia e Rianimazione, durante il primo appuntamento formativo su “Dolore: malattia difficile da curare”, che ha organizzato insieme all’associazione Anlcc (Narni per la lotta contro il cancro) e di cui è responsabile scientifico. L’appuntamento, che si è tenuto presso la sala Giuseppe Bravi dell’Istituto Beata Lucia di Narni, è stata una preziosa occasione di confronto scientifico tra gli operatori che lavorano con pazienti affetti da dolore, in ogni sua forma.
Ospite all’apertura dei lavori il sindaco del Comune di Narni Lorenzo Lucarelli, che ha evidenziato come Narni sia da anni riconosciuta come “Città del sollievo” – anche grazie alle tante iniziative portate avanti dall’Anlcc – e ha ribadito l’importanza di istituire una rete territoriale di trattamento per il dolore, come valido sostegno ai servizi sanitari. Sono intervenuti poi la Giulia Guerrieri (presidente Anlcc) che ha presentato il lavoro dell’associazione, Giuseppe Donzelli (presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Terni) che ha salutato la platea dando pieno sostegno all’iniziativa, e Alessandro Rossi (presidente nazionale Simg), che ha sottolineato come il dolore sia la più frequente causa di consultazione del medico di famiglia. “La persona che ha dolore, – ha detto Rossi – lo sviluppa in maniera differente a seconda del proprio vissuto, delle proprie esperienze, delle proprie emozioni ed è giusto l’inquadramento clinico del dolore e la sua fisiopatologia, ma altrettanto giusto è capire la persona, come vive il proprio dolore e lo esprime. Questa è la differenza che fa il medico di famiglia, che cura e conosce i pazienti da tanto tempo”.
Emanuela Ruffinelli (presidente Opi, Ordine professioni infermieristiche di Terni) ha evidenziato come il dolore sia un’esperienza personale che prima o poi tutti noi ci troviamo ad affrontare, che varia da cultura e cultura, per questo in una società multiculturale come la nostra è fondamentale un approccio comprensivo e multidisciplinare al suo trattamento. Infine, ha voluto leggere un breve estratto dal codice deontologico delle professioni infermieristiche (Capo IV Rapporti con le persone assistite – Art. 18 Dolore) per ricordare come “l’infermiere previene, rileva e documenta il dolore dell’assistito durante il percorso di cura. Si adopera, applicando le buone pratiche per la gestione del dolore e dei sintomi a esso correlati, nel rispetto delle volontà della persona”.
Il primo appuntamento ha trattato argomenti quali la fisiopatologia del dolore, il dolore meccanico-strutturale, il dolore in chirurgia toracica, il dolore infiammatorio e quello neurologico. Il secondo e ultimo appuntamento – fissato per il prossimo 20 aprile dalle ore 8 alle ore 14 sempre nella stessa sede – tratterà, invece, il dolore dell’anziano fragile, il dolore oncologico, di cure palliative e della presa in carico del paziente sia in ambito ospedaliero che territoriale.
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