Amelia, morta per droga a 18 anni: la procura chiede il processo per il fidanzato
Aveva soltanto 18 anni Maria Chiara Previtali quando, quasi due anni fa, morì per un’overdose mentre dormiva con il fidanzato. Una tragedia che si è consumata proprio il giorno del suo diciottesimo compleanno, ad Amelia. Distrutta nel sonno dopo che il fidanzato, Francesco Gnucci di 23 anni, gli iniettò una dose di eroina acquistata poche ore prima a Roma, a Tor Bella Monaca. Proprio quell’agopuntura nel braccio avrebbe provocato – secondo l’accusa – la morte di Maria Chiara. L’autopsia ha stabilito che la ragazza è deceduta per un’insufficienza cardiocircolatoria acuta sopraggiunta dopo aver assunto un mix di sostanze. Il medico legale Massimo Lancia ritiene che l’insufficienza cardiocircolatoria acuta ” molto probabilmente è stata determinata dall’assunzione di numerose sostanze ad azione tossica quali eroina, cocaina, alcol e thc. “. Nella perizia, il dottor Lancia sostiene che “l’eroina era in fase di eliminazione, quindi l’assunzione era datata molte ore prima della morte. La successiva assunzione di alcol etilico e cocaina in quantità non elevate, insieme al sonno e alla pregressa assunzione di eroina , ha interagito e portato alla morte rapida, realizzatasi nel sonno nel giro di pochi minuti”. L’unico indagato è il fidanzato Francesco Gnucci, anche lui di Amelia, che dovrà rispondere davanti al Gup del Tribunale di Roma (competente per territorio in quanto l’eroina fu acquistata a Roma) del reato di omicidio preterintenzionale. Almeno questa è l’ipotesi accusatoria della Procura della Repubblica, in base alla quale chiede il processo per il 23enne. Sarà il giudice dell’udienza preliminare di Roma, Maria Gaspari, a decidere sul rinvio a giudizio del fidanzato di Maria Chiara. L’udienza è fissata per il prossimo 13 dicembre.