“Una lettera per Barbara Corvi”, dopo 13 anni si naviga nel buio: il dolore delle due sorelle
” Non può esistere che una donna, nel 2022, possa sparire senza che nessuno sappia più nulla da 13 anni “, è quanto ha affermato Walter Cardinali, presidente dell’ Osservatorio regionale sulla criminalità organizzata, ai margini dell’iniziativa “Libere di essere” organizzata in concomitanza con la data di compleanno di Barbara Corvi, scomparsa il 27 ottobre 2009 ad Amelia e della quale, da allora, non si hanno più notizie. L’obiettivo è quello di dare continuità alla ricerca di verità e giustizia su Barbara. E’ stata anche l’occasione per presentare il progetto “Lettere per Barbara Corvi”, un progetto che prevede la pubblicazione mensile di una lettera, scritta da persone significative della società civile, sulle testate giornalistiche umbre e calabresi. Inoltre, è stato presentato il Protocollo “Libere di essere” che nasce dopo anni di studio e di approfondimento sulle dinamiche intersezionali tra la violenza mafiosa e la violenza di genere. Il Protocollo nasce dalla collaborazione con il Centro per le pari opportunità della regione Umbria e la rete dei centri antiviolenza e rappresenta la prima esperienza in Italia per l’accoglienza, l’accompagnamento ed il supporto delle donne sopravvissute o che intendono intraprendere un percorso di uscita dalla violenza maschile e di stampo mafioso. Il protocollo, che verrà firmato nei prossimi giorni, vede coinvolti diversi soggetti: le Procure di Perugia, Terni e Spoleto, le Prefetture umbre e i Centri antiviolenza. Con questa iniziativa – ha aggiunto Cardinali – vogliamo assicurare a Barbara che “nessuno l’ha dimenticata”. Irene Corvi, sorella di Barbara – presente all’iniziativa insieme all’altra sorella Monica – ha sottolineato come “nonostante tutti questi anni trascorsi, il ricordo di Barbara rimane forte. Mia sorella non si sarebbe mai allontanata da noi di sua volontà. Purtroppo non riusciamo a vedere a tutt’oggi, dopo 13 anni, la verità. Purtroppo il tempo che passa senza avere notizie ci butta sempre più giù, è chiaro tuttavia che la speranza continua ad esserci ed è anche il motivo che ci ha portato oggi a questa iniziativa”. Di Barbara Corvi nessuno ha più notizie dalla fine di ottobre del 2009. Sparì nel nulla, senza un soldo in tasca, senza un cambio di abito, senza un bacio ai due figli. Una storia drammatica che, nell’ipotesi dei magistrati della Procura di Terni, sembra identica, nella sua mostruosità, a quella di Angela Costantino, la cognata di Barbara. Per la Procura di Terni sarebbe stata uccisa e l’attenzione dei magistrati ternani si è concentrata sul marito Roberto Lo Giudice. L’uomo è stato prima arrestato e poi scarcerato dal Tribunale del riesame di Perugia. Il 1 ottobre dello scorso anno la prima sezione della Cassazione ha rigettato il ricorso della Procura di Terni contro l’annullamento deciso dal Tribunale del riesame del capoluogo umbro, dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Roberto Lo Giudice, accusato dell’omicidio volontario della moglie. Così l’uomo, arrestato il 30 marzo del 2021 era tornato libero il 22 aprile appena dopo la decisione del Tribunale del riesame.