Accordo centrodestra-Bandecchi: molti più rischi che benefici. Lo scambio di accuse e insulti tra l’ex paracadutista e Fdi

Sarà una campagna elettorale dura quella di novembre in Umbria. La linea scelta dai due schieramenti è di rispondere colpo su colpo. Ieri, a Roma, il centrodestra ha raggiunto ufficialmente un accordo politico con Alternativa Popolare di Stefano Bandecchi. “L’intesa – hanno scritto in una nota i responsabili nazionali – arriva al termine di un lungo e proficuo confronto fra i partiti nel quale si è discusso di come allargare le forze politiche di centrodestra su programmi condivisi con l’obiettivo di ampliare da un lato la base elettorale e, dall’altro, di affrontare con una visione comune di priorità le prossime sfide regionali”. Grazie a questa intesa il sindaco di Terni porterà alle prossime elezioni regionali i propri consensi alla governatrice Donatella Tesei. Dopo le risse sfiorate a palazzo Spada, le affermazioni sopra le righe, le uscite sessiste e volgarità, la destra umbra abbraccia l’ex paracadutista della Folgore che alle ultime elezioni Europee ha ottenuto a livello nazionale lo 0,39% e in Umbria 1,84%. Un accordo che è passato completamente sopra la testa dei vertici umbri. Ma c’è di più: Bandecchi ha detto di voler difendere la Tesei proprio da molti di loro. “Io la Tesei con le stesse persone che hanno operato con lei finora, non ce la lascio”, ha detto tre giorni fa Bandecchi. Una uscita che conferma almeno due cose: la decisione è stata calata dall’alto ed imposta ai vertici umbri. La seconda è ancora peggiore: Bandecchi ritiene non all’altezza i compagni di viaggio della governatrice degli ultimi cinque anni. A cominciare, molto probabilmente, dagli esponenti ternani eletti nelle elezioni del 2019: Eleonora Pace (Fdi, attuale presidente del Consiglio) e gli assessori Enrico Melasecche e Paola Agabiti in Urbani. Tre pilastri dell’amministrazione Tesei che si ricandideranno a novembre con ottime possibilità di successo. Amministratori che sicuramente non rappresentano le cosiddette “seconde file” del centrodestra umbro. La domanda che viene spontanea è come può stare in piedi, dopo le elezioni, una coalizione di questo tipo.  E’ vero che la politica è “l’arte del governo della convivenza” ma in questo caso lo scontro tra Bandecchi e Fdi è stato violento. Dopo la rissa sfiorata in Consiglio comunale, gli esponenti di Fratelli d’Italia di Terni presentarono una denuncia alle forze dell’ordine e Bandecchi fu iscritto nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica. Il fascicolo fu aperto del sostituto procuratore Marco Stramaglia e dal procuratore Alberto Liguori. Non c’è dubbio, quindi, che per molti di Fdi, Fi e Lega accettare la scelta romana è difficile e incomprensibile. A malincuore, un pò come il telegramma di Garibaldi in risposta al generale Alfonso La Marmora, che gli aveva intimato di fermare la sua avanzata verso Trento, i vertici umbri del centrodestra sono stati costretti a ripetere il celebre “obbedisco”. Controvoglia naturalmente, solo per disciplina di partito. Un malessere comprensibile vista la vena populista portata avanti da Bandecchi ed ex parà della Folgore. E’ passato solo un anno quando fu sfiorata la rissa durante il Consiglio comunale di Terni tra il sindaco Stefano Bandecchi e i consiglieri di minoranza di Fdi. E’ dovuta intervenire la polizia locale per evitare il contatto fisico, in particolare con Marco Celestino Cecconi, capogruppo del partito di Giorgia Meloni. Un diverbio feroce che ebbe origine da un botta e risposta sui conti comunali tra Bandecchi e il consigliere di Fdi, Orlando Masselli, già suo sfidante alla guida di Palazzo Spada. Il sindaco disse a Masselli di smettere di ridere, altrimenti gli volavano via “tutti i denti della bocca”. La situazione poi sfuggì di mano, con il sindaco che dopo aver lasciato la postazione si recò verso il consigliere Cecconi, travolgendo anche una sedia. Fermato dagli agenti di polizia presenti alla seduta, fu accompagnato fuori dall’aula consiliare e la seduta fu sospesa. Era gennaio scorso quando, invece, il Consiglio comunale di Terni doveva discutere un documento sulla violenza di genere. Una consigliera di Fdi, Cinzia Fabrizi, blasimando un’intervista che il sindaco aveva rilasciato a novembre, piena di volgarità contro le donne, condannò il deprecabile linguaggio del primo cittadino. Bandecchi senza freni rispose che tutte “le femmine normali mi hanno capito e che un uomo normale guarda il bel c… di un’altra donna e forse ci prova anche. Se poi non ci riesce, invece torna a casa”. Tanti altri episodi simili sono avvenuti da quando Bandecchi è sindaco di Terni. Semplici quisquiglie politiche che non impediranno alla giunta di centrodestra di governare l’Umbria ? E’ ovvio che quisquiglie non sono. Nel centrodestra umbro c’è chi ritiene che il danno sarà minimo perché, dopo il voto, i rapporti di forza nella coalizione saranno tali per cui esisterà un partito (Fdi) che sovrasterà elettoralmente tutti gli altri. In molti scommettono, inoltre, sul flop della lista di Alternativa Popolare. In realtà, se al prossimo giro vincesse ancora il centrodestra la navigazione della Tesei diventerebbe complicatissima. Le “fazioni di riferimento” all’interno della coalizione si amplificherebbero e metterebbero a rischio le sfide difficilissime che attendono l’Umbria. E’ inutile girarci intono, con Bandecchi il centrodestra cambia direzione e il risentimento di una buona parte della coalizione non si placherà. In campagna elettorale potrà anche essere mitigato, e non sarà facile, ma subito dopo il voto ci sarà qualcuno che farà valere le proprie ragioni. A quel punto, il problema diventerà ancora più grave e, sicuramente, ingestibile. I risultati saranno opposti a quelli desiderati.

Foto: il diverbio in Consiglio comunale tra Bandecchi e i consiglieri di Fdi