Apre la clinica Santo Stefano, a Foligno una realtà sanitaria unica in Umbria
FOLIGNO – E’ tutto pronto a Foligno per l’apertura dell’Istituto Santo Stefano, clinica specializzata nella cura dei pazienti in stato vegetativo. Si tratta di uno spazio sanitario di eccellenza, unico in Umbria, a gestione pubblica-privata, che riunirà nello stesso complesso una struttura residenziale assistita e una residenza protetta. L’inaugurazione ci sarà il 9 dicembre, alle 16, con una cerimonia alla quale prenderanno parte la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, il sindaco di Foligno, Nando Mismetti, il direttore generale dell’Usl Umbria 2, Sandro Fratini, e l’amministratore delegato del Santo Stefano, Enrico Brizioli.
La struttura è collocata nella rinnovata sede del vecchio ospedale di Foligno, che viene così restituito a una funzione attiva al servizio della comunità. La clinica potrà accogliere 83 ospiti e occuperà decine di operatori specializzati, anche attraverso il coinvolgimento della Cooperativa “Dinamica” nella gestione di alcuni servizi.
Sono già attivi 43 posti letto di Residenza Sanitaria Assistenziale per persone anziane con diversi profili di bisogno di cura e assistenza, con particolare attenzione a pazienti con patologie evolutive irreversibili. Gli altri 40 posti sono dedicati all’Unità Speciale Residenziale per persone in stato vegetativo con grave insufficienza respiratoria.
Realtà unica in Umbria e di sicuro richiamo anche per l’utenza di altre regioni, la struttura rappresenta un essenziale snodo a supporto del percorso di cura per pazienti con gravi cerebrolesioni acquisite, che trova nel servizio di neuroriabilitazione dell’ospedale di Foligno un sicuro punto di riferimento.
L’Unità speciale per stati vegetativi ha già iniziato a operare da qualche mese all’interno dell’ospedale di Foligno e, a breve, sarà trasferita proprio in questo complesso. La nuova realtà fa tesoro della trentennale esperienza del Santo Stefano in questo campo. Le due attività saranno integrate all’interno dei percorsi di cura e di assistenza esistenti mantenendo i forti legami di interazione con i servizi sanitari della Usl e quelli sociali dei Comuni in una ottimale integrazione tra pubblico e privato.
“L’avvio dell’attività del Santo Stefano – commenta il direttore generale della Usl Umbria 2, Sandro Fratini – completa la risposta alle esigenze di salute offerta dai servizi dell’azienda, in particolare con una struttura per stati vegetativi non presente in ambito regionale e con una residenza sanitaria assistita che assume sempre maggiore importanza per il contenimento e il controllo dei ricoveri ospedalieri. Il nuovo spazio sanitario si inserisce in un ventaglio di servizi territoriali e, in questo caso, l’integrazione tra pubblico e privato permetterà di garantire prestazioni di assoluta qualità”.
L’amministratore delegato del gruppo Santo Stefano, Enrico Brizioli sottolinea l’importanza del momento con l’avvio ufficiale del Centro e, in modo particolare, dell’Unità speciale residenziale per persone in stato vegetativo o con grave insufficienza respiratoria che rappresenta un unicum in tutta l’Umbria.
“Il centro – afferma Brizioli – è un nodo essenziale previsto dalle linee guida ministeriali per l’assistenza alle persone in stato vegetativo e confidiamo che, presto, anche i pazienti della Usl di Perugia ne possano usufruire superando i veti amministrativi e burocratici che fino ad ora hanno loro impedito di fruire di questo livello di assistenza che dovrebbe essere garantito a tutti i cittadini in queste condizioni drammatiche di bisogno”.
Soddisfatto anche il sindaco di Foligno, Nando Mismetti. “E’ uno spazio socio-sanitario di eccellenza – evidenzia – che renderà il nostro territorio una realtà sempre più strategica e all’avanguardia sul fronte della sanità. Questa struttura, nata grazie alla collaborazione tra pubblico e privato, ha anche il merito di riqualificare e rilanciare una parte importante del centro storico cittadino che, negli ultimi anni, ha subito un doppio terremoto: quello che ha colpito l’Umbria nel ’97 e quello legato al trasferimento dei servizi sanitari nel nuovo presidio ospedaliero”.