COMBATTERE LA DISEGUAGLIANZA
Si può combattere la diseguaglianza? A questa domanda risponde positivamente Pierluigi Ciocca nel suo libro ” Ricchi Poveri. Storia della diseguaglianza ” recentemente pubblicato da Einaudi. Pierluigi Ciocca, economista a lungo dirigente della Banca d’Italia, sa di che parla quando traccia, dalle origini ad oggi, la storia della diseguaglianza soffermandosi sulle cause, la diversa struttura assunta nel tempo, le circostanze che l’hanno via via determinata. Per Ciocca la dinamica della diseguaglianza inizia con la concentrazione in poche mani del potere tanto da annotare che ” il potere è parte della ricchezza” e che poi dalla ricchezza si genera il potere. Infatti prima ” era il potere che conduceva alla ricchezza, non la ricchezza al potere, come oggi, seppure non esclusivamente avviene”. Naturalmente Ciocca non fa l’elogio del pauperismo. Anzi elenca anche i meriti dell’ “opulenza” dando atto che molte cose buone sono venute proprio dal mecenatismo e dal filantropismo dei ricchi; ma le istituzioni e lo Stato non devono essere impotenti nei confronti della diseguaglianza, tanto da indicare che ” l’obbiettivo primo nella redistribuzione degli averi è il concreto superamento della povertà estrema. Subito dopo è assolutamente necessario “potare” le punte della ricchezza smodata”. Quali sono gli strumenti in mano allo Stato ed alle istituzioni per combattere la diseguaglianza? Innanzi tutto assicurare la crescita dell’economia anche se” lo sviluppo economico riduce la povertà, tuttavia non la elimina, come pure non corregge da solo la diseguaglianza”. E’ quindi necessario intervenire assicurando un welfare che metta al riparo chi perde il lavoro e misure di sostegno per chi vive nella povertà assoluta. Da ultimo Ciocca non esclude , anzi prevede, il ricorso alla tassazione progressiva e redistributiva avvertendo la necessità di “un delicatissimo dosaggio” di queste misure. E’ evidente che in questa disamina della diseguaglianza fra stati ed all’interno degli stati l’autore non poteva mancare di osservare che il capitalismo è la cornice in cui si sono sviluppate le diseguaglianze. A riguardo Ciocca afferma che ” si può non amare il capitalismo, ma metterlo a rischio quando non ci sono alternative” non è una soluzione. In proposito ricorda che ” John Maynard Keynes, il massimo economista del Novecento, non amava il capitalismo, ma in mancanza di un sistema migliore cercò di emendarne i difetti e valorizzarne il pregio”. Ed è chiaro che tra i difetti c’è proprio il causare la diseguaglianza.
Il libraio
Pierluigi Ciocca, “Ricchi Poveri. Storia della diseguaglianza”, pp. 168, Torino Einaudi 2021. Euro 15,00