CONSIGLI, NON RICHIESTI, ALL’OPPOSIZIONE UMBRA

di Pierluigi Castellani

Nel pieno della cosiddetta seconda fase della pandemia l’Umbria, da poco coloratasi di arancione, sta soffrendo le restrizioni ed i disagi che il diffondersi del contagio sta imponendo a tutta l’Italia e l’Europa. Ma la nostra regione ha bisogno, oltre che combattere l’emergenza, di pensare al proprio futuro, alla sua rinascita socio economica, già difficile prima dell’esplosione della pandemia. Questo tempo, così tormentato, le forze politiche umbre, ma tutta la società regionale, lo debbono vivere sia con uno spirito di solidarietà per evitare, tutti insieme, il diffondersi del virus sia affrontando il tema del futuro cercando di definire le politiche e le azioni che possano riportare l’ economia umbra non solo ai livelli pre-crisi ma anche a riprendere il percorso di un necessario sviluppo. A questo duplice impegno non si può sottrarre anche l’opposizione. Segnali di collaborazione solidale tra maggioranza ed opposizione ci sono stati e questo è positivo. Ora però l’opposizione non può solo pensare ad incalzare la giunta regionale sulla gestione ordinaria ed emergenziale perché ha il dovere di fare emergere quel disegno alternativo al governo del centrodestra che è la ragione principale della sua vita politica. L’opposizione è giustamente insoddisfatta di come il nuovo esecutivo regionale ha affrontato il dopo del lungo governo del centrosinistra. Non si è vista nessuna svolta promessa, anzi il centrodestra si è attardato nella pura continuità con il passato senza quell’attenzione sociale che la sinistra ha sempre dimostrato. Basti pensare al servizio sanitario ,che è stato impoverito , né rafforzato provvedendo , per tempo, alla necessaria copertura dei vuoti nell’organico e senza dotarlo tempestivamente delle necessarie attrezzature per far fronte alla seconda ondata della pandemia già da lungo prevista da tutti coloro che si occupano di epidemiologia. Ma oggi c’è da pensare anche al futuro e l’opposizione dovrebbe fare emergere in modo significativo una diversa e lungimirante cultura di governo. C’è la grande occasione dell’utilizzo dei fondi del recovery fund e l’Umbria dovrebbe già dotarsi di un credibile piano da utilizzare per superare quel gap di infrastrutture e di produttività del sistema di imprese di cui soffre. Quali sono le priorità che il centrosinistra propone ? Ora è il tempo di cercare di dare una risposta a questa domanda. Abbiamo la necessità di infrastrutture materiali : strade, trasporti, collegamenti con le nostre tradizionali zone di esportazione, ed immateriali : nuove tecnologie , innovazione di prodotto e di metodi di produzione, superamento del nanismo delle nostre imprese con il coinvolgimento degli istituti di credito, che, guarda caso, nel totale silenzio della politica, hanno oramai tutti la testa e la direzione al di fuori dei confini regionali. Occorre rafforzare, e in qualche caso ripensare, gli strumenti che consentano una diffusa inclusione sociale con particolare riguardo all’aumento della popolazione anziana  significativo nella nostra regione. C’è un grande lavoro da fare cercando di coinvolgere quanto più possibile tutte le forze sociali e quanti hanno a cuore il futuro dell’Umbria. L’ Umbria si deve anche inserire nel dibattito che si sta svolgendo sulle autonomie regionali e sulla revisione del titolo V della Costituzione e ciò impone un  collegamento con le regioni contermini per riprendere quel discorso sull’Italia mediana iniziato, e poi troppo bruscamente abbandonato, nei lontani anni 90. C’è insomma molto da fare, non si può attendere  la definitiva sconfitta del virus. Potremmo trovarci a quell’appuntamento del tutto impreparati.