CRISI E NATALE, CHE SIA VISSUTO NELLA SEMPLICITA’
di Lucio Lupo
“Crisma”, Christmas,” crisi” e altri modi di passare un Buon Natale Tutto ormai scintilla per l’avvicinarsi di Natale. Il clima nel Mediterraneo sta diventando tropicale, la crisi ci divora, la globalizzazione impazza, a Napoli si rubano gli abeti pronti per essere addobbati, i mercatini contano più e quanto di una novena di preparazione, l’Avvento dura un attimo, ma, pur con tutto ciò, da ogni lato della regione giungono notizie di città che, per convinto volere dei loro sindaci, non vogliono essere seconde a nessun’altra nella confezione del pacchetto natalizio cittadino. E’ un’operazione di marketing urbano vero e proprio: s’impiegano risorse di sistema per andare contro la crisi, con la forza aggiunta del valore simbolico e dei messaggi positivi che la spesa asseconderebbe e genererebbe. Un po’ di anni fa stupii e quasi protestai perché un presule di Perugia degli anni Sessanta confezionò questo annuncio: “L’operazione del Natale ha il crisma della genialità dell’Onnipotente”. Parole che mi sono tornate in mente sentendo parlare di scintillanti preparativi municipali per garantire “operazioni natalizie” in barba alla crisi.
Strano destino, quello della parola “crisi”, presa in mezzo tra la forza della confermazione crismale alla quale, anche se con una punta di edonismo, comunque faceva riferimento quel caro Vescovo d’un tempo e il “Christmas” d’oltreoceano, pagano e commerciale che più non si può nonostante il rispetto per la spiritualità di quei popoli . Si assomigliano tutte, le tre parole, nella nostra bocca, ma quanto amaro lasciano se i valori per i quali si spende e i messaggi di fratellanza messi a bilancio, a conti fatti, non fanno che altro che de-potenziare (altro che viatico dell’Onnipotente!) la voglia di passare il Natale nella semplicità e nella immediatezza di una terra che, vivendo di semplicità e di immediatezza, secoli fa ha saputo inventare niente meno che “il presepe”, che non era certo un’operazione di marketing natalizio.