FEMMINICIDIO, A “LEGALMENTE” OSPITE CINZIA TANI

Ragazzi e ragazze del Mazzatinti insieme per un giorno a sentire la triste storia di donne uccise per mano di uomini ovvero dell’emergenza femminicidio. Proseguono gli incontri promossi dalla Provincia di Perugia sul tema della legalità per sensibilizzare le giovani generazioni al vivere civile.

Ospite d’eccezione della giornata è la scrittrice Cinzia Tani, autrice del libro di “Mia per sempre – Quando lui uccide per rabbia, vendetta, gelosia” (Mondadori, 2013), insieme a Maddalena Santeroni dell’Associazione amici arte moderna di Roma, Gemma Paola Bracco, consigliera di parità della Provincia di Perugia, Donatella Porzi, la rappresentante del commissario straordinario del comune di Gubbio Anna Buoninsegni, la dirigente del liceo Mazzatinti Maria Marinangeli”.

Il femminicidio è il primo motivo di morte di donne dai 25 ai 45 anni, solo l’8% denuncia l’aggressore e lo fa dopo 6/8 anni; nel 2013 già sono 70 le donne uccise, in media una ogni tre giorni. Questi dati confermano l’importanza del tema e di questo libro che affronta con chiarezza e semplicità quali sono i comportamenti che armano la mano dell’uomo in nome di un amore malato che non ha niente in comune con la “passione”, anima del mondo, ma con il “possesso”, visto come delirio di onnipotenza e narcisismo.

“Ormai ogni giorno – ha affermato l’assessore Porzi – siamo investiti da lutti gravi che coinvolgono donne, una riflessione su questo tema credo che sia necessaria. La nostra società deve puntare sulla prevenzione, in particolare lo devono fare le istituzioni con iniziative che portino gli uomini a metabolizzare, fin da piccoli, il valore della diversità e della persona. Occorre una sensibilizzazione ed una attenzione maggiore al dialogo tra il maschile ed il femminile, educando alle pari apportunità e ai pari diritti per un autentico cambiamento culturale e sociale ancor prima di qualsiasi imposizione legislativa.

Infine il marketing pubblicitario che funziona sugli stereotipi, dei quali, in Italia, ci si nutre dalla culla, ed è per questo che sia le raccomandazioni Onu all’Italia, sia La Convenzione di Istambul, insistono fortemente sulo smantellamento degli stereotipi culturali a partire dalla scuola e dai media, compresa la pubblicità. Solo parlando di questi fatti si può cercare di cambiare la cultura, un investimento sul futuro che creerà persone migliori.

Oltre alla condanna è forte anche l’invito a tenere alta la guardia in ogni momento del convivere familiare e l’esortazione a continuare a usare tutto lo straordinario potere che unisce i generi maschili e femminili nella ricerca del benessere e della felicità, elementi essenziali per sconfiggere la violenza di genere”. Gemma Bracco ha ricordato che l’importante parlare confrontarsi per cercare di prevenire il femminicidio facendo capire che le persone non sono di nostra proprietà come accade a volte nel rapporto uomo-donna. “C’è una sola risposta al perché dell’impennata dei femminicidi – ha spiegato Tani –: l’emancipazione femminile. Le donne ormai si muovono nel mondo lavorando, confrontandosi e conoscendo persone.

In passato erano pochi i femminicidi perché le donne stavano in casa e non vedevano quasi nessuno. Oggi le donne incontrano persone e sviluppano le proprie potenzialità talvolta meglio del genere maschile e questo va a ledere il senso di supremazia maschile. Nella maggior parte dei casi la follia omicida dell’uomo si scatena quando la donna se ne va di casa, cosa che raramente fa l’uomo.

Chiamare questi delitti «passionali» o «della gelosia», frutto di un eccesso di rabbia o di un momento di «blackout» – continua Tani – significa solo cercare alibi per gli assassini. Invece, di solito l’uccisione della donna avviene dopo un lungo periodo di minacce, intimidazioni, violenze psicologiche e fisiche, e la furia omicida si scatena quando, verificata la loro inutilità, l’uomo avverte il pericolo di essere abbandonato e di trovarsi solo. La società mostrata in tv o nei giornali propone donne “immagine di desiderio” poco vestite e poco parlanti. Pensate che di tutte le donne che si vedono in Tv solo il 2% parla”.

Cinzia Tani è nata e vive a Roma. Ha frequentato il liceo classico, si è laureata in Lettere Moderne con 110 e lode e la tesi su “Pavese traduttore di scrittori americani” e diplomata alla Scuola per Interpreti e Traduttori.

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