GIUSEPPE CONTE ELLY SCHLEIN, LA STRANA COPPIA
di Pierluigi Castellani
Non ci sono più dubbi oramai, Conte ha lanciato una OPA ostile nei confronti del PD. Troppi sono i segni evidenti che inducono a pensarlo, a partire dalla difficoltà che il leader dei 5Stelle dimostra a dichiarare apertamente di essere favorevole ad una alleanza organica con i democratici. Ogni volta che la Schlein rilancia il campo largo Conte si distingue parlando di campo giusto e mentre , tra l’altro, ha difficoltà a scegliere negli USA tra Trump e Biden riscopre i temi classici del populismo grillino come la legalità – ricordiamo l’antico richiamo onestà onestà – o l’ambiguità nell’affrontare, da progressista, lo scottante problema dell’immigrazione, insieme a suggestioni anticasta gettando contro gli altri partiti l’accusa di attaccamento al potere e di trasformismo. Accusa che proviene , guarda caso, da chi ha governato indifferentemente con la Lega e il PD. Ma a chi si sente ancora orfano di Palazzo Chigi non può lasciarsi sfuggire la ghiotta occasione , per distinguersi, della brutta faccenda della tangentopoli pugliese, per la verità ancora presunta in attesa che la magistratura faccia chiarezza. Non si può certo negare che pericolose opacità possano essere emerse da questa storia, ma il pronto intervento di tutto il PD nel condannare ed isolare i protagonisti di questa vicenda sta a dimostrare la capacità di questo partito di mantenere la barra diritta in termini di difesa della moralità e della legalità. E’ evidente che laddove c’è l’esercizio del potere ci può sempre essere chi è tentato di approfittarne. Ma questo è nella natura umana e si potrebbe aggiungere che nessuno è esente dal peccato originale. Ma fare di ogni erba un fascio è puro sciacallaggio politico teso solo a conquistare voti in vista delle elezioni europee per poter spendere poi nella politica nazionale i consensi ricevuti, trascurando colpevolmente, che è invece sull’idea di Europa il vero terreno del confronto. Del resto nessuno è esente dal poter incappare in indagini giudiziarie, non certo le forze di maggioranza, ma neppure i 5Stelle , che laddove hanno gestito il potere come a Torino ed a Roma hanno avuto anche loro i loro guai e qualche condanna in primo grado. Ancora una volta si trascura in questa campagna elettorale di misurarsi sul futuro dell’Europa. Il centrodestra non abbandona l’ ostentato nazionalismo e sovranismo, che è la negazione del necessario rafforzamento del progetto europeo ed i 5 Stelle debbono ancora decidersi a quale gruppo aderire nel parlamento europeo, quali possano essere così i loro compagni di strada per dare un contributo al rafforzamento del progetto europeo in un momento di grande tensione internazionale ed in un nuovo scenario geopolitico con nuovi attori giunti prepotentemente sulla scena. Il dualismo Conte Schlein per contendersi la guida dell’opposizione cercando di prenotare, quando mai sarà, il posto d’onore a Palazzo Chigi non fa che allontanare la necessità della costruzione di un’alternativa alla destra ora al governo. La Meloni in questa situazione può stare tranquilla , perché nessuno lavora ad insidiarle la poltrona, lasciando gli italiani in una situazione di continua precarietà economica e sociale. Per ora ancora solo slogan da campagna elettorale, e nessuno sta seriamente lavorando ad un progetto per l’Italia, che meriti la sua dimensione di grande paese stato sempre al centro dell’attenzione internazionale. La strana coppia così rischia di rimanere invischiata , come in un teatro dei burattini , dentro una politica irrilevante per i cittadini italiani desiderosi invece di una politica dal respiro lungo, che li porti fuori dalle secche di un’inconcludente demagogia e del populismo.