I 5STELLE, LA MASCHERA E IL VOLTO
di Pierluigi Castellani
La maschera è caduta. l’ attacco di Conte e Grillo al PD sulla politica migratoria rivela la consueta ambiguità di un movimento, che definendosi né di destra né di sinistra, rimane fedele alle sue origini populiste cercando di assicurarsi voti da una parte e dall’altra, facendo leva sulle paure della gente e sui sentimenti immediati di un elettorato purtroppo abituato ad essere aggredito demagogicamente da slogan semplicistici e gridati. Dove sono finiti i partiti che parlavano all’elettorato indicando la necessità di un orizzonte lungo, che guardasse anche al futuro? La crisi dei partiti si riflette sulla politica italiana sempre assediata dalle urgenze del momento e condizionato dai sondaggi divenuti oramai quasi giornalieri. Sembra non esserci più tempo per offrire prospettive, che investano più generazioni, che facciano sperare e perché no anche sognare. Ma è davvero finita la storia e tutti siamo immersi in un eterno presente ?Il populismo e la demagogia ci hanno condotto a questo, e sono proprio le più recenti formazioni politiche prigioniere di quest’oggi. Ma le ultime prese di posizione di Giuseppe Conte dovrebbero far riflettere chi troppo imprudentemente gli ha dato la patente di progressista non valutando a pieno i continui riposizionamenti di un leader, che nato dal nulla si è continuamente adattato alle condizioni consentendogli di rimanere al potere, prima con la Lega di Salvini, poi con il PD mentre ora cerca una posizione preminente nello schieramento dell’opposizione per poi essere lui a distribuire la carte quando sarà il momento delle elezioni politiche. Ma avvisaglie su questo camaleontico riposizionamento dei 5Stelle c’erano già state. Conte è stato il premier che ha firmato i decreti Salvini sulla sicurezza, che ha offerto copertura alla politica sull’immigrazione dell’allora ministro leghista dell’interno, che ha aumentato le spese militari accettando di portare la spesa dei paesi Nato europei al 2% del Pil, ed ora si riscopre pacifista con un’ambigua posizione nei confronti dell’aggressione all’Ucraina forse anche perché in tutta l’Europa si sta rilevando una certa stanchezza dell’opinione pubblica per questa guerra ,che viene pagata con il caro energia ed altro. Ed ancora stando all’opposizione ammorbidisce la posizione sulla Rai meloniana. C’è inoltre la rilevare che l’improvvisazione con cui è nato il movimento non ha consentito ai suoi dirigenti di dispiegare una credibile cultura di governo. L’unico provvedimento di sinistra che i 5Stelle possono avanzare è il reddito di cittadinanza, che però alla prova dei fatti , pur alleviando la posizione di molti, non ha decretato quella fine della povertà annunciata a suo tempo dal balcone di Palazzo Chigi mentre si è dimostrato molto debole nel dispiegare politiche attive del lavoro. Chi si ricorda ancora di quei “navigator” che proprio a quelle politiche dovevano dare seguito! Questo non significa che si debba rinunciare a cercare di condurre anche i 5Stelle a costruire quella necessaria alternativa alla destra ora al governo. Ma questo va fatto nel rispetto di tutte le identità delle forze politiche ora all’opposizione, cercando di allargare il fronte dell’alternativa non cercando di rubarsi voti l’un altro, perché poi la sommatoria rimane sempre quella. Questo deve servire come monito anche al PD per riprendere con forza la sua strada, quella di una forza politica strutturata seriamente per costruire un nuovo blocco sociale in linea con la tradizione democratica del nostro paese. Non serve rincorrere i 5Stelle sul loro terreno perché difficilmente rinunceranno alla loro origine populista, occorre invece offrire anche a loro una prospettiva seria di governo, che sia nel solco del centrosinistra, l’unico modo per vincere e far sperare il paese, indicando agli elettori un modo più serio e credibile di essere in Europa e nel mondo.