IL MEDIORIENTE IN FIAMME

di Pierluigi Castellani

Le invocazioni alla pace che uniscono Papa Francesco, popoli di tante nazioni, governi di stati pur non sempre in buone relazioni tra loro, sembrano cadere nel vuoto in questi momenti drammatici, che sta vivendo il medioriente dove israeliani e palestinesi non trovano ancora ragioni per stare insieme su quella terra, santa per le tre religioni monoteistiche. Ha ancora ragione Papa Francesco quando ammonisce che gli omicidi mirati non concludono niente anzi rinfiammano gli odi e chiamano nuove vendette. E’ infatti singolare pensare che questi omicidi possano aiutare a raggiungere un accordo almeno per una tregua temporanea e per il rilascio degli ostaggi. Come si fa a tenere in piedi una trattativa  quando si colpiscono proprio i responsabili di una delle due parti del tavolo negoziale! Questa è la logica della guerra per la guerra, rivela l’obbiettivo non già di raggiungere un accordo ma di perpetuare consapevolmente la stessa guerra. Hanno quindi ragione quanti osservano  che il perpetuare la guerra serve solo a tenere in piedi il traballante governo di Netanyahu. Tutto questo senza dimenticare  la strage del 7 ottobre voluta da Hamas e il sostegno dell’Iran sciita a tutti i nemici di Israele, che non riconoscono lo stato ebraico che pur ha avuto nel 1948 il riconoscimento dell’ONU. Ora si teme la vendetta dell’Iran, ferito dal fatto che il capo di Hamas sia stato ucciso violando il suo territorio. Si potrà raggiungere una vera pace quando la logica è quella veterotestamentaria del dente per dente occhio per occhio? Così le tragedie nel mondo non finiranno mai ed il nostro pianeta rischia un’altra disastrosa guerra mondiale. Non si può nemmeno dimenticare che continua ai confini dell’Europa il conflitto russo ucraino con il suo carico di lutti e di sangue. Il mondo sta vivendo una serie di tragedie e sembra che pochi se ne stiano preoccupando ed assistiamo ancora una volta all’incapacità dell’Onu a risolvere i conflitti ed ad essere l’istituzione per un governo mondiale come molti avevano auspicato all’indomani della seconda guerra mondiale. Sarebbe necessario che tutti gli stati del mondo siano disposti a cedere un po’ della loro sovranità, ma questo sembra difficile in un momento in cui anche in Europa si assiste ad un pericoloso ritorno al sovranismo nazionalista. Che fare allora? Rimane la speranza , che alla fine l’umano torni ad essere la dimensione di ciascuno di noi.