IL PERICOLO DELLA PALUDE

di Pierluigi Castellani

E’ stato Nicola Zingaretti il primo a paventare che le forze politiche della maggioranza di governo e il governo medesimo potessero inoltrarsi, con  veti incrociati,  rinvii e ritardi, nelle acquitrinose sabbie di una palude rallentando l’azione dell’esecutivo in un momento di grave emergenza sanitaria ed economica. Puntualmente purtroppo sembra che questo stia verificandosi. C’è soprattutto il nodo dei progetti da presentarsi a Bruxelles per l’utilizzo dei fondi del recovery fund e la questione, al momento insoluta ed apparentemente  insolvibile, della riforma del Mes e dell’utilizzo dei fondi  destinati alla sanità. Ma anche la questione dell’organismo, che dovrebbe presiedere alla gestione concreta dei fondi ed al controllo delle relative opere,  appare ancora insoluta. Conte vorrebbe costruire un nuovo organismo alle dirette dipendenze di Palazzo Chigi ed i ministri, che invece rivendicano le proprie competenze, stanno rivelando la propria insofferenza. Si dovrà trovare un compromesso, ma è la riforma del Mes il nodo più aggrovigliato anche perché da ciò discende il rapporto tra il nostro paese e l’UE. Il governo italiano ha già dato il suo assenso alla riforma del Mes ma, a tutt’oggi, non c’è la maggioranza parlamentare per ratificare l’intesa. C’è poi da annotare che anche Berlusconi si è accodato al sovranismo di Salvini e della Meloni distinguendo, in un modo di difficile comprensi0ne, il no alla riforma del Mes e il sì all’utilizzo dei fondi per la sanità. La verità è che Berlusconi si è dovuto piegare al diktat dei sovranisti nel timore di rompere l’unità del centrodestra  in questo modo però rendendo ancora più evanescente la  più volte rivendicata identità moderata di FI  come appartenete alla famiglia europea del PPE di Angela Merkel. Il dietro front di Berlusconi ha comunque suscitato molto malumore nei parlamentari di FI anche se poi pochissimi o nessuno avrà il coraggio di contrastare le scelte del loro leader. La questione infatti più difficile da risolvere è nel rapporto tra il nostro paese, la cui opinione pubblica e di gran lunga con sentimenti europei, e gli altri paesi dell’Europa in un momento in cui c’è chi nelle forze politiche, come la Lega di Salvini, elogia la decisione del governo di Londra di diffondere subito il vaccino anticovid prima che l’EMA,  l’organismo europeo che presiede al controllo dei farmaci, convalidi l’efficacia e la sicurezza del vaccino medesimo. Johnson ha detto che questa celerità è un risultato positivo della Brexit riscuotendo il plauso di Salvini. Ed allora il governo Conte non può sottrarsi ad una presa di posizione sul Mes chiaramente europeista anche se non è dato sapere se può contare su una maggioranza parlamentare, tenuto conto dei malumori di un discreto numero di parlamentari pentastellati che hanno dichiarato che non approveranno mai e poi mai la riforma del Mes e l’utilizzo dei fondi per la sanità. E’ evidente che l’esecutivo di Conte, che soffre già per il malumore di parte del PD e di Italia Viva, si trova alle prese con le difficoltà interne del movimento di Grillo. I 5Stelle, nonostante qualche rassicurazione, non hanno mai abbandonato un fondo di ambiguità nei confronti dell’Europa. E’ il loro populismo, mai a parole rinnegato, che alla prova del governo dimostra tutta la sua contradditoria inconsistenza; il movimento, dilaniato come è tra i governisti ed i seguaci di Di Battista ,non è in grado di fare scelte chiare e coraggiose. Quando si ha l’ambizione di governare un paese come l’Italia non bastano più gli slogan ed i vaffa e l’anticasta, che si è voluta fare casta, ora deve dimostrare la propria maturazione. Ne rimette il paese intero alle prese  con la più grave crisi del dopoguerra . L’Italia , anche per il rispetto che si deve alle tante vittime del virus ed alle sofferenze di tante famiglie, non  può arenarsi e perdersi in una pericolosa palude.