Isrim, situazione pessima ma flebile spiraglio
“È in corso un disperato tentativo dei lavoratori dell’Isrim di salvare il proprio posto di lavoro. La Regione è al loro fianco per tentare di evitare il fallimento dell’Istituto”. È questa la comunicazione in consiglio regionale dell’assessore allo Sviluppo Economico, Vincenzo Riommi, che era stato chiamato a fare il punto della situazione dopo la riunione del 4 luglio con i soci fondatori rimasti (Sviluppumbria, Provincia e Comune di Terni) e i commissari dell’Istituto di ricerca sui materiali speciali. Il Consiglio regionale, dopo la discussione seguita all’intervento dell’assessore, ha deciso di tornare ad affrontare la vicenda dell’Isrim di Terni nella prossima seduta, il 16 luglio. “L’Isrim – ha detto Riommi – è in una situazione pessimissima ma qualche margine di manovra c’è e vale la pena tentare. La Regione sarà al fianco di iniziative che coinvolgano gli stessi lavoratori dell’Isrim insieme a Comune e Provincia di Terni. In questo modo speriamo di riuscire a stimolare altri soggetti privati a collaborare per salvare l’Isrim, prima della richiesta di fallimento, che ci auguriamo possa slittare di qualche giorno rispetto alla data prevista dell’11 luglio”. Riommi, che ha incontrato i lavoratori fino a pochi momenti prima di entrare in aula, ha ricordato come “in queste ore si stia provando a verificare se esistono le condizioni di porre in essere un nuovo soggetto, che metta insieme l’area ternana nel suo complesso, per raccogliere l’esperienza e il progetto dell’Isrim. La Regione dà la sua piena disponibilità a supportare uno sforzo del genere, mettendo a disposizione gratuitamente il patrimonio dell’Isrim di sua proprietà (quello immobiliare e le attrezzature) così da incentivare qualcuno a ripartire. L’obiettivo è sempre quello di non disperdere professionalità e storia, e di salvaguardare il lavoro e le prospettive strutturali dell’Isrim”. L’assessore ha ricordato le tappe dell’intera vicenda, soffermandosi in particolare sull’ultimo passo indietro di un soggetto privato che, dopo un primo interesse all’acquisto tramontato per le inchieste che hanno coinvolto l’Istituto, “ha declinato anche la possibilità dell’affitto dell’azienda, pur ribadendo la disponibilità a collaborare per la ‘ripartenza’ di un nuovo Isrim. Ma se non arriva una proposta di affitto del ramo di azienda qualificata è evidente che il destino dell’azienda è comunque segnato. E questo deve avvenire prima che i commissari richiedano il fallimento volontario”.