LA CADUTA DEGLI DEI
di Pierluigi Castellani
Questo fine anno 2024 è caratterizzato da fatti ed accadimenti che sembravano al di fuori di ogni possibile immaginazione. La fine del regime tirannico di Bashar al-Assad non era prevedile soprattutto nelle modalità in cui è avvenuta. Sono bastati pochi giorni per i ribelli per raggiungere Damasco senza colpo ferire perché dopo la caduta di Aleppo l’esercito di Assad si è ritirato e si è come liquefatto, né c’é stata alcuna reazione da parte di Russia ed Iran, protettori storici del regime siriano, per difendere il dittatore di Damasco. Ora bisognerà riscrivere tutta la politica del medio oriente, perché non è dato per ora prevedere quali saranno le mosse future dei ribelli islamisti ora al potere. L’America sembra non volersi ingerire nelle faccende interne siriane e Mosca e Teheran stanno ora a guardare. Altra rovinosa caduta è quella di Beppe Grillo, che è stato battuto dalla ripetizione del voto degli iscritti da lui stesso voluta. Già è apparsa singolare la richiesta di nuove votazioni da parte del garante quando l’obbiettivo era solo quello di non raggiungere il quorum necessario per la validità della votazione e così gli iscritti al movimento anziché andare per funghi, come a loro sollecitato, sono andati massicciamente a votare decretando con la cancellazione della figura del garante il ben servito al fondatore. Ha vinto quindi Conte, ma è legittimo chiedere ha vinto che cosa? Il movimento non è più un movimento ma un vero partito personale di Giuseppe Conte, che va ad aggiungersi agli altri partiti personali di cui è ricco il frastagliato panorama della politica italiana. Conte per essere sicuro della vittoria ha dovuto accentuare le caratteristiche un po’ qualunquistiche da cui è originato il movimento di Grillo. Si dice che i Cinque Stelle sono una forza progressista ma indipendente dalle altre formazioni politiche che si definiscono tali e questo non può che significare che i 5Stelle si ritengono ancora una forza né di destra né si sinistra, che naviga a vista nella palude della politica italiana. Conte dice che il suo partito ha l’obbiettivo di cambiare la società italiana, ma su quali basi può farlo se rifiuta ogni alleanza nello schieramento oramai caratterizzato da una destra, per ora vincente, ed un centrosinistra in affanno ancorché il PD, per bocca della sua segretaria, si dichiari ostinatamente unitario. Questo in ogni caso rileva che sul partito contiano grava ancora l’ipoteca populista con i suoi velleitari contorni qualunquistici. Insomma Conte vorrebbe ereditare, pur facendo fuori Grillo, quella storia confusa e velleitaria, che ha caratterizzato le piazze dei vaffa. Ma così non si costruisce una moderna forza politica con una sua identitaria dignità, al massimo si può dare vita a qualcosa che si perde nella nebulosa, che imprigiona quanti rifiutano di costruire un coerente e credibili progetto politico. Le nebulose possono poi repentinamente sgonfiarsi anche per l’intricato futuro di cavillosi conflitti giudiziari , che sono appalesati da quanto Beppe Grillo avrebbe in animo di proporre nei prossimi giorni. Chi rifiuta la faticosa strada della serietà della politica è prima o poi destinato a fallire come gli dei della storia mitologica.