LA DESTRA BIFRONTE

di Pierluigi Castellani

Nonostante Giorgia Meloni faccia ogni sforzo per accreditarsi leader europeo pienamente integrato nelle tradizionali alleanze internazionali del nostro paese non riesce però a nascondere la storia politica e culturale da cui proviene e da cui proviene il suo partito. FDI è un partito cresciuto all’opposizione  dicendo di no a tutto compreso agli strumenti di cui oggi si serve per presentarsi come una credibile forza di governo. C’è particolarmente in evidenza il Pnrr, a  suo tempo contrastato, insieme all’europeismo ed all’atlantismo, che sono i pilastri a cui si appoggia Giorgia Meloni per presentarsi sulla scena internazionale dimostrando di saper sedersi in modo composto ai tavoli internazionali, che le vicende complesse e difficili stanno apparecchiando in questo momento della storia. Ma la natura di essere di lotta e nello stesso tempo di governo emerge continuamente seminando di ambiguità l’intero percorso del governo. Basti pensare, che mentre la Meloni si gloria di aver concluso uno storico accordo in sede europeo sull’immigrazione, la cui validità è tutta ancora da dimostrare, poi non sconfessa la Polonia e l’Ungheria, due paesi suoi alleati, che hanno contrastato e stanno contrastando proprio quell’accordo sulla base del fatto che è giusto, secondo la premier, che ogni paese difenda i propri interessi nazionali. Come si fa ad essere europeisti, se lo si è convintamente, ed essere allo stesso tempo sovranisti? Quale è la vera natura del partito della Meloni, quella che sfoggia sui  tavoli internazionali o quella che coltiva in Italia denunciando una ipotetica sostituzione etnica con atti che contraddicono la politica europea, che è solidale o europea non è? E’ singolare del resto che il decreto flussi, che dovrebbe regolarizzare in tre anni quasi 500.00 immigrati irregolari è stato varato dal governo Meloni ,su pressione degli industriali, quasi di nascosto, senza conferenze stampa o clamore mediatico. Forse il governo non vuole evidenziare un provvedimento che contraddice apertamente il blocco navale sbandierato in campagna elettorale e sulla base del quale ha chiesto il consenso degli elettori. Le due facce della destra sono in questo caso evidenti come sono evidenti nelle riforme istituzionali e del sistema giudiziario in cui l’esecutivo guidato dalla Meloni si sta avventurando. Durante la campagna elettorale la destra si è eretta come paladina del parlamento e della democrazia ma poi con la proposta del “sindaco d’Italia”  prevede l’assoggettamento totale del parlamento all’esecutivo, facendo emergere quanto è stato nascosto nella campagna elettorale e cioè la propensione della destra ad un regime , che con l’uomo, o la donna, solo al comando, rivela tutta la sua suggestione nei confronti di un regime autoritario o di una democrazia illiberale sul modello dell’Ungheria di Orban. Ed ancora le proposte del ministro Nordio sono in linea con Il tanto sbandierato, dalla destra ,motto di “legge ed ordine”? Ad un esame rapido non sembrerebbe, perché Nordio vuole depotenziare alcuni strumenti di contrasto alla corruzione ed alla mafia, compresa la ipotizzata separazione delle carriere tra pm e magistrati, che certamente non è proprio in linea con quel giustizialismo fino ad ora ostentato dalla destra. E’ pur vero che nell’esecutivo convivono anime e linee contrastanti e la Meloni non può rinnegare il berlusconismo da cui è stata sdoganata, ma è certo che in questo modo si accentua quel dualismo, che vive nella destra , e che prima o poi potrebbe deflagrare perché  non può bastare nel contesto europeo quella verniciatura di europeismo, che Forza Italia, ora nelle mani di Tajani, fino ad ora ha assicurato al sovranismo, mai rinnegato, da cui nasce FDI.  Inoltre l’attivismo di Salvini, che sembra avere un conto aperto con la Meloni, non rinsalda molto la maggioranza da cui nasce l’esecutivo anche se il potere è un sicuro collante di ogni coalizione. Si dirà che queste incertezze e questa difficile manifestata identità non sono retaggio solo della destra e che nella sinistra difficoltà e contraddizioni sono ancora più evidenti. Ci sarà un’altra occasione per non sfuggire  a questo tema.