LA MELONI PRIGIONIERA DEL SUO SOVRANISMO

di Pierluigi Castellani

La irritata lettera della presidente Meloni a Ursula von der Leyn con la quale respinge in modo inusuale i rilievi contenuti nel rapporto della Commissione UE sullo stato di diritto in Italia è la spia dell’isolamento in cui la premier si trova in Europa dopo il voto contrario espresso alla riconferma della von der Leyn alla presidenza della Commissione. E’ stato già notato, che in quella occasione la Meloni si è comportata come leader di partito e non come capo del governo di uno dei paesi fondatori della UE. Infatti la premier si è trovata stretta tra i due suoi vicepresidenti Tajani e Salvini scegliendo per l’occasione Salvini, che si era già dichiarato contrario alla conferma della von der Leyn addebitandole tutti i misfatti che la fantasia sconfinata del leader leghista ha visto consumati dall’Europa in questi anni. La verità è che è nella diversa visione dell’Europa e del suo futuro, che le differenze emergono. Salvini ed i suoi Patrioti vogliono un’Europa meno integrata con la rinazionalizzazione delle politiche più significative come la politica green, la politica estera, la politica industriale e fiscale, con la conseguenza di un affievolimento della caratterizzazione occidentale dell’Europa e con un conseguente pericolo filoputinismo , che non è mai stato archiviato da leader politici come Orban e lo stesso Salvini. E’ qui che l’atteggiamento della Meloni entra in palese contraddizione con quanto fino ad ora la premier sembrava aver sposato con il suo atlantismo ed europeismo fino ad ora sfoggiati. Tutto questo conferma l’ambivalenza e doppiezza che la Meloni non ha mai del tutto nascosto. E’ certo che le radici sovraniste di FDI sono riemerse e la Meloni trovandosi fuori dai centri direzionali della politica europea per dimostrare invece il suo dinamismo ed il suo ruolo di leader di un paese del G7 torna a muoversi sulla ribalta internazionale nella speranza di riacquistare peso e credibilità. Ora si trova in Cina in qualche modo cercando di far dimenticare, che tra i primi atti del suo governo c’è stata l’uscita dalla via della seta. La premier in questo modo sembra agitarsi disorientata senza un filo conduttore rischiando di trascinare nella sua irrilevanza un paese grande ed importante come l’Italia. La Meloni sembra sempre riottosa di fare delle scelte coerenti , che  comportino strappi con il suo passato. Rincorrere Salvini lungo la pericolosa china solcata già da Marine Le Pen ed Orban può trascinare l’Italia fuori dalla sua tradizionale politica estera saldamente agganciata all’Europa ed al mondo occidentale. L’Italia non merita questo, non merita soprattutto di essere allontanata dalla sua storia.