LEGGE ELETTORALE

Mario Rojh/Parliamo di legge elettorale. Nell’editoriale di domenica, Eugenio Scalfari ha portato anche il suo appoggio al cosi detto Italicum, raccomandando, tuttavia, che nel passaggio parlamentare, siano apportate alcune correzioni. Esse consisterebbero principalmente nell’abolizione del quorum per le liste apparentate e nell’apertura a una qualche forma di esercizio del diritto di preferenza. Su questo secondo aspetto sono state spese tutte le possibili congetture, con ampia illustrazione dei pro e dei contra, perciò non mi soffermerò sull’argomento. La questione dei quorum, invece, è scarsamente trattata, perciò su di esso posso intrattenermi brevemente, esprimendo una opinione personale. Chi conosce il mio pensiero sa che sono un inguaribile sostenitore del sistema elettorale proporzionale, con un quorum del 2%, al di sotto del quale una lista sarebbe esclusa dalla ripartizione dei seggi parlamentari. Non essendoci premio di maggioranza, non ci sarebbero coalizioni formali. Il premio sarebbe implicito, perché i seggi non attribuiti ai partiti sotto soglia, sarebbero automaticamente assegnati ai partecipanti al riparto. La soluzione proposta dall’Italicum è diversa. In pratica, attraverso un complicato meccanismo di quorum (in parte interni alle coalizioni partecipanti alla competizione – 3,5%-4%- in parte applicate a liste non aggregatesi (8%)) viene messo in atto un meccanismo-ghigliottina, che può portare alla esclusione dal Parlamento di quasi tutti i partiti, fatti salvi cioè i tre maggiori ed alcune formazioni di lingua tedesca e francese, nonché la Lega, espressamente esclusa dalla ghigliottina. Considerando anche i criteri di attribuzione del premio in caso di ballottaggio, che esclude dal riparto anche le liste coalizzate sotto soglia, questo sistema – credo di poterlo dire con assoluta certezza- porterà alla formazione di un governo monocolore, a guida PD o Forza Italia. Faccio un esempio: supponendo che alla fine del palo, vinca la coalizione Renzi, formata da PD, Partito socialista, SEL, Partito radicale, Scelta civica – Casini è già approdato alla coalizione avversa -in base ai sondaggi ora disponibili, che tengono tutti gli alleati, salvo il PD, sotto la soglia del 3%, la maggioranza sarà costituita soltanto da deputati del PD. Troppa grazia Sant’Antonio. Naturalmente per Renzi, o, in caso di vittoria della coalizione avversa, per Toti! Nel suo editoriale, Scalfari propone che il quorum all’interno delle coalizioni sia abolito, in modo da consentire che ogni forza che abbia portato acqua al mulino della vittoria, abbia il suo riconoscimento proporzionale. E’ il minimo che si possa fare per rispettare la rappresentatività democratica del Parlamento. Ma ci sono altre ragioni più profonde. Ne parlerò in un prossimo intervento.Montagnerusse

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