L’INTERNAZIONALE DEI TOTALITARISMI E LA DEBOLEZZA DELL’OCCIDENTE

di Pierluigi Castellani

E’ sempre più evidente che si sta saldando a livello internazionale un’amicizia tra i paesi dove la democrazia non è di casa come la Russia di Putin, la Corea del Nord e la Cina di Xi Jinping. Questa amicizia si basa su reciproci scambi commerciali e reciproche convenienze, perché sia la Corea del Nord che la Cina hanno bisogno del petrolio russo e la Russia  di tecnologie avanzate e di armamenti. Ma c’è qualcosa di più, c’è la comune avversione a tutto ciò che rappresenta l’Occidente in tema di libertà , democrazia, diritti ,un’ avversione che assume in taluni casi anche  una contrapposizione di tipo religioso, se si pensa ai toni che ha usato il patriarca Kirill per giustificare l’ aggressione dell’Ucraina da parte della Russia. Tutto questo evidenzia anche, soprattutto da parte della Cina, l’idea di sostituire l’America nella leadership mondiale. Dall’altra parte si appalesa sempre di più una debolezza dell’Occidente nella difesa del ruolo che ancora hanno e possono avere i suoi valori liberaldemocratici per l’affermazione di quei diritti sanciti  nella dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948. Ma a ben vedere quella che appare come una debolezza può rappresentare anche la vera forza dell’Occidente. Infatti la libertà di stampa e di espressione garantita dagli stati democratici, mentre produce un continuo esame di coscienza e di critica all’interno di questi paesi, cosa che non avviene certo all’interno del trio Russia, Corea del Nord e Cina, segnala  critiche ed errori  producendo quegli anticorpi che permettono il miglioramento della qualità della vita democratica dei paesi occidentali. Dall’altra parte, nei regimi autoritari, questo non avviene e ciò finisce per comprimere ogni elemento di vitalità che quelle società possono avere. Infatti l’Occidente ha abbandonato da tempo le velleità colonizzatrici del passato, che rappresentano uno dei momenti più bui della loro storia ed  ora alimentano un esercizio di autoriparazione e di autocorrezione , che a volte oltrepassa anche ogni limite come nella “cancel culture” tanto in voga nei campus americani. Questo certamente finisce per indebolire l’Occidente perché riduce la forza di affermazione di quei valori, che non possono essere oscurati dalle colpe presenti nel passato. Nel nuovo quadro internazionale non ci sono solo le dittature ed autocrazie, che si vogliono contrapporre all’Occidente, ma anche le tante teocrazie presenti soprattutto in Asia, come in Iran, in Afganistan ed altrove. Altro scenario che vede contrapporsi l’Occidente e l’internazionale dei totalitarismi è il vasto continente africano. In Africa è pur vero ,che i paesi occidentali hanno molto da farsi perdonare, perché è proprio su quel terreno che il colonialismo europeo ed occidentale si è molto dispiegato, causando danni e ferite non facilmente rimarginabili. Ma sostituire nel centro dell’Africa l’influenza dei vecchi paesi coloniali con il nuovo colonialismo di Russia e Cina non credo che rappresenti un vero vantaggio per quei paesi. La dipendenza dalle armi russe e dagli investimenti cinesi non produrrà quell’avanzamento economico e sociale di cui c’è bisogno in quel continente perché non sorretto da valori che li possano vivificare. Insomma stiamo assistendo ad un nuovo dispiegamento delle forze nel mondo, con qualcosa che somiglia sempre di più alla contrapposizione tra Ovest ed Est, come era prima della caduta del muro di Berlino. Ed ancora è in gioco la pace e lo sviluppo dell’umanità. Ed è  su questi temi di politica estera, che poi discendono anche i problemi di politica interna. Occorre fare chiarezza ed anche  alzare il profilo della politica dagli angusti orizzonti del proprio paese per portare lo sguardo oltre questi confini, perché è lì che si gioca  il destino dell’intero pianeta.