L’Umbria in piazza, Perugia strapiena come da tempo non si vedeva: massiccia adesione allo sciopero di Cgil e Uil. All’Ast di Terni adesione dell’80%

Una piazza strapiena come non si vedeva da anni. Un fiume di persone contro la manovra finanziaria del governo Meloni. E’ il giorno dello sciopero indetto da Cgil e Uil e a Perugia si riempie piazza IV Novembre, nel centro della città. “Piena  come da tempo non si vedeva”, annunciano Maria Rita Paggio segretaria generale della Cgil Umbria e Maurizio Molinari segretario regionale della Uil Umbria. La soddisfazione va però oltre perché arrivano dati “confortanti” sulle adesioni dei lavoratori allo sciopero. Uno sciopero riuscito in pieno per chiedere salari migliori, per difendere la sanità pubblica e le pensioni. “Così il governo porta il Paese a sbattere”, hanno detto i partecipanti. Per gli organizzatori piazza IV Novembre è la migliore risposta democratica di persone che hanno pagato per essere presenti. E’ una risposta di democrazia a chi fa il bullo istituzionale. Lo sciopero, è stato sottolineato dal palco allestito accanto alla Fontana Maggiore, è la risposta più bella e forte a chi ha pensato di precettare e mettere in discussione il diritto dei lavoratori. La massiccia partecipazione di oggi a Perugia, così come nel resto delle piazza italiane, dimostra che i cittadini non intendono rinunciare alla democrazia e ai loro diritti. E’ anche l’occasione per rivendicare il diritto ad un futuro migliore in una Regione, l’Umbria, dove si registrano i salari più bassi d’Italia e un potere di acquisto delle famiglie sempre più basso. Dove la sanità pubblica viene messa in discussione e dove la crescita dei prezzi è, insieme alla Valle d’Aosta, la più alta d’Italia. Per Maria Rita Paggio e Maurizio Molinari la finanziaria del governo Meloni “non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici e lavoratori, non dà alcuna risposta all’emergenza salariale, peggiora la legge Fornero in materia di pensioni, affossa definitivamente una sanità pubblica già in ginocchio”. Numerosi sono stati gli interventi dal palco di piazza IV Novembre, soprattutto con testimonianze di lavoratori di tutto il sistema produttivo umbro e non solo: sanità, trasporti, commercio, cooperazione sociale, ma anche studenti. Ad aprire gli interventi è stata la segretaria generale di Cgil Umbria, Maria Rita Poggio. “Da troppi anni – ha sottolineato – il salario dei lavoratori è diventato povero, in Umbria ancora di più. C’è anche il tema delle pensioni e della salute, diritti costituzionali che non vengono oggi garantiti in Italia e nella nostra regione. Vogliamo risposte e le vogliamo vere”. Santo Biondo, della segreteria nazionale Uil, si è soffermato sul diritto allo sciopero delle lavoratrici e lavoratori. ” Il Governo e il ministro Salvini possono precettare lo sciopero attaccando incostituzionalmente i lavoratori ma non possono fermare le piazze”, ha detto Biondo.. L’intera manifestazione è stata riempita di bandiere dei due sindacati rendendo piazza IV Novembre ancora più festosa e accogliente. All’Ast di Terni l’adesione del personale, con sostanziale uniformità fra primo e secondo turno di lavoro, è stata intorno all’ 80%. In termini di produzione, il 90% degli impianti è stato fermo e nell’area a caldo solo uno su dodici sta marciando.Lo sciopero per i lavoratori dell’indotto ha raggiunto invece una percentuale del 70%: In un’altra grande industria di Terni, la Faurecia, l’adesione allo sciopero è stata dell’ 85%. Alla manifestazione di questa mattina a Perugia sono stati diversi i pulman partiti dalla provincia di Terni. Come Cgil, spiega Claudio Cipolla, a Perugia c’erano 350 persone, con cinque pullman pieni giunti da Terni, Narni-Amelia e Orvieto, oltre a diverse auto private. “Abbiamo contato numerose adesioni – ha aggiunto il segretario generale della Camera del lavoro ternana – dagli ambienti della sanità, scuola, trasporti. Il bilancio è sicuramente importante e il messaggio è partito chiaro al governo anche dal nostro territorio”.