MOVIMENTO O PARTITO ?

di Pierluigi Castellani

In questa afosa stagione agostana, che stiamo vivendo, mentre il mondo non riesce a far tacere le armi sia nel medioriente che in Ucraina e le forze politiche di governo sono in trepida attesa di conoscere come il duo Meloni Giorgetti riuscirà a far quadrare i conti per una finanziaria, che potrebbe rivelarsi dolorosa per ceti medi e bassi, la politica assiste incuriosita a quanto sta accadendo nel Movimento 5Stelle tra il fondatore – garante Beppe Grillo e l’attuale leader Giuseppe Conte. Ma ben al di là di quanto si sta verificando all’interno dei 5Stelle la contesa tra Grillo e Conte sembra sostanzialmente mettere i grillini di fronte al dilemma di rimanere movimento affidato alla leadership, seppure un po’ appannata, del fondatore con quello che ne consegue o strutturarsi come vero e proprio partito, con regole,  che garantiscano una qualche espressione di democrazia interna, e quindi consentano ai militanti di modificare democraticamente profilo e prospettive politiche non rimanendo sempre ostaggio di una personalità carismatica con ovvi atteggiamenti bulimici, che sottoponga via web a propria discrezione argomenti solo possibili di essere approvati o rigettati. Con l’aggravante comunque che gli argomenti sono sempre prefabbricati  dall’alto senza la possibilità per gli iscritti e militanti del movimento  di previamente discuterne e se del caso di modificare  quanto verrà offerto alla prova referendaria di turno. E’ palesemente evidente che la vera questione sta nel fatto per i 5Stelle di abbandonare, o non, l’origine populista che li ha fatti nascere con la matrice antipolitica del vaffa, che ovviamente una volta chiamata a dare concrete risposte ai problemi clamorosamente sollevati non sa poi come affrontarli. E’ il problema di tutti i demagoghi populisti  quello di non sapere come passare dalla protesta alla proposta. Ed in questo caso il problema si aggrava, perché la debolezza della democrazia oggi risiede proprio nella debolezza dei partiti, che nel confronto con l’atteggiamento antipolitico e populista, da cui le forze politiche non riescono ad affrancarsi del tutto, rimangono pericolosamente depotenziati. Ecco perché l’interno confronto ai 5Stelle non sta interessando solo quella forza politica, ma tutto il variegato dispiegarsi del confronto politico del nostro paese. E’ evidente che se il cancro populista non viene estirpato o quanto meno sterilizzato, è tutta la politica italiana  che ne soffre, come anche può avvenire se l’esasperato leaderismo si diffonde senza che la leadership sia suffragata da vero consenso ed autorevolezza alimentata da competenza e capacità di risposte accompagnate da un’offerta programmatica all’altezza dei problemi che il momento richiede.