NOSTRADAMUS , LA PULCE E L’ELEFANTE

Ovvero rubrichetta di speciosità in margine alla campagna elettorale, con particolare riferimento alla vista di grandi manifesti (gli «elefanti») da parte del comune elettore («la pulce»), così che possa inverarsi l’espressione «fare le pulci». Compaiono i primi slogan per le comunali di Perugia. Campeggiano i volti radiosi dei candidati. Va di moda non aggredire l’elettore. Pensate, ad esempio, di quanta libertà potrà godere il fan di chi ha scritto, accanto alla sua foto: «Io Noi Perugia»! Tra due pronomi e un nome proprio di città, quale verbo coniugherà? Un verbo da bigliettino in un Bacio? Un verbo da striscione in Curva Nord? Sono due estremi, mal conciliabili per il saggio popolo perugino. Magari un aiutino, per il verbo, quel candidato poteva darlo. Così, davvero, dovrà rimettersi alla sapienza elettorale dei perugini, i quali, per caso, potrebbero pensare che la comunità (il «noi») viene sempre un po’ prima del personaggio (l’«io») che si autoproclama leader del capoluogo. E poi, per dirla tutta, siccome il tema della Capitale europea della cultura 2019 in questa tornata elettorale c’entra, se io sono io, noi siamo noi, Perugia è Perugia, essi chi sono? Quelli di Assisi?

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