PAROLE DI PACE PER IL NATALE 2022

di Pierluigi Castellani

La pace auspicata, invocata, desiderata da tutti è il tema che assorbe in questo momento ogni pensiero. Il Natale 2022 deve essere un Natale di pace, che converta i cuori , che predisponga gli animi a ritrovarsi in amicizia sotto l’albero di Natale e davanti al presepio di antica tradizione francescana. Non ci può essere altra alternativa  all’amicizia ed alla solidarietà tra i popoli della terra. E’ un pio desiderio il nostro, che pur abbiamo negli occhi le devastazioni, i lutti che insanguinano da dieci mesi l’Ucraina? Allo stat0 attuale purtroppo sembrerebbe di sì. L’invocazione alla pace ogni giorno presente nella predicazione apostolica di Papa Francesco sta rimanendo senza risposta. I timidi segnali di speranza che emergono dal lavoro silenzioso della diplomazia con lo scambio dei prigionieri, con l’ammissione, dal sen fuggita, di Wladimir Putin sulla inevitabilità di dover giungere ad una trattativa sono quotidianamente contraddetti dagli incessanti bombardamenti, che colpiscono l’Ucraina distruggendo centrali elettriche e seminando vittime tra i civili. Tutto questo sta dimostrando che il leader russo ha cambiato strategia. Non riuscendo a sconfiggere sul terreno l’esercito ucraino vuole affamare e lasciare al freddo la popolazione ucraina per fiaccarne la resistenza. Si continua a parlare di pace giusta e non di pace purchessia. Ciò significa costringere la Russia a ritirarsi dai territori occupati, ma non è certo questo che alberga nei pensieri di Putin. Si preannuncia perciò una guerra lunga e devastante che indebolisce anche, e lo si nota nei sondaggi, la solidarietà, fino ad ora , dimostrata dai popoli europei nei confronti degli ucraini. Pesano sull’Europa gli aumenti delle fonti energetiche, aumenti che vengono scaricati sulla popolazione e le imprese con conseguenze sull’impoverimento di larghe fasce di popolazione costrette a erodere la capacità di spesa ed a ridurre la qualità della propria vita. Tutto questo implica un’accresciuta responsabilità per le istituzioni di mantenere alto il livello dell’inclusione sociale. Sono tante quindi le ragioni che spronano a trovare in questo inatteso Natale parole autentiche di pace. La guerra deve lasciare la parola alla politica ed alla diplomazia. E questo vale per tutti. In primo luogo per l’aggressore Putin, ma non può non interrogare anche la coscienza dei responsabili del popolo ucraino. Al tavolo delle trattative tutti debbono essere consapevoli che non ogni obbiettivo può essere raggiunto. In primo luogo l’aggressore deve comprendere che sfidare l’intera comunità internazionale, calpestare il diritto internazionale e seminare sangue sul terreno deve prima o poi avere fine. E anche l’Ucraina deve porsi con attenzione il problema della minoranza russofila della popolazione. l’Italia ha esperienza in tal senso. Riandare al trattato De Gasperi – Gruber, che ha consentito la pacifica convivenza nel nostro Alto Adige non significa ripercorrere la storia a ritroso bensì ad evitare di ripeterla tragicamente. Ed allora auguriamoci tutti che il Natale con il suo forte richiamo di amicizia e di salvezza porti parole di pace nei cuori di tutti.