RECUPERARE LA RAGIONE. COME SCONFIGGERE IL POPULISMO
di Anchise
Gerardo Bianco con la saggezza di parlamentare di lungo corso e con la sapienza di latinista cita il suo amato Orazio:”Odi profanum vulgus et arceo” ( odio il populismo e me ne tengo lontano) per mettere in guardia dal pericolo del populismo in questa stagione incerta di vita politica. Bianco per la verità è stato sollecitato dalla vicenda dei vitalizi tornata a galla in questi giorni, ma il suo richiamo va bene al di là di questa vicenda circoscritta a cui qualche solerte populista sta dando un valore talmente sproporzionato quasi da fare intendere che dalla sua conclusione dipenda il futuro dell’Italia. La verità è che il virus del populismo sta infettando anche altre forze politiche tanto che c’è chi guarda con preoccupazione ad una forza come il PD perché non corra il rischio di grillizzarsi. E’ la ricerca del consenso facile che seduce le forze politiche sperando che, rincorrendo la diffusa disaffezione dell’opinione pubblica nei confronti della politica, non si perda il consenso sul terreno scivoloso della sfiducia dei cittadini nei confronti dei governanti. Ma è evidente che non è il populismo il rimedio ai mali di questo tempo; il populismo suggerisce soluzioni prive di quel minimo di razionalità che dovrebbe presiedere ad ogni atto politico. Anche la vicenda dei vitalizi lo dimostra. Da chi ha proposto il taglio si voleva colpire la casta, ma questo non è avvenuto. Infatti la cosiddetta casta, cioè quella che ha occupato per anni e anni gli scranni di Montecitorio o del Senato, non è stata per nulla colpita dalla delibera Fico ,replicata poi anche al Senato, per la semplice ragione che chi è stato parlamentare per più legislature, e non avuto l’accesso al vitalizio in tenera età, ha versato una consistente massa di contributi, che gli hanno garantito, anche con il ricalcolo, di mantenere quanto già aveva. Chi invece è stato colpito, e in alcuni casi con una diminuzione di circa l’ 80%, sono gli ultraottantenni , alcuni ricoverati anche in case di riposo, che ora rischiano di non avere più i mezzi per il loro sostentamento. Anche in questo caso, se si voleva operare dei tagli ai vitalizi degli ex parlamentari, la ragione avrebbe suggerito di adottare un provvedimento di riduzione proporzionale per tutti e non affidarsi al cervellotico ricalcolo contributivo , che, se applicato su larga scala a tutti pensionati con pensione retributiva, farebbe scoppiare la guerra nel paese destando un clamoroso allarme sociale. Così è avvenuto per altri temi che hanno occupato il dibattito politico di questi ultimi tempi, come la TAV, la TAP, i No Vax. E se ci ci limitasse a questo i danni potrebbero anche non essere così pericolosi. Ma quando si affrontano questioni che attengono al sistema democratico, che fino ad ora ha salvaguardato le nostre libertà, allora c’è da temere. Quando si guarda con fastidio alla democrazia rappresentativa ed al ruolo del parlamento, reclamando una non ben definita democrazia diretta, allora si rischia di non sapere dove si andrà a sbattere. I complessi problemi, che il paese ha difronte, non si risolvono a colpi di referendum o di clic sulla piattaforma Rousseau, ma salvaguardando il ruolo di tutti gli istituti rappresentativi, compresi quei corpi intermedi in cui si articola la società civile. Solo così si possono prendere decisioni razionali ed efficacemente risolutive. Altro esempio è stata l’adozione del reddito di cittadinanza come misura contro la povertà. Era stato garantito che non sarebbe stato un reddito per rimanere seduti sul divano, ma strumento di avviamento al lavoro. Ora si è appreso che l’Anpal, che doveva essere la guida e lo strumento di gestione dei navigator, oramai spariti dai radar, riempie le cronache dei giornali solo per le vicende del suo presidente Parisi, che, pescato da una università del Missisipi dall’allora ministro del lavoro Luigi Di Maio, è noto non per il suo operato ma per il suo appannaggio, comprensivo di appartamento ai Parioli , di auto con autista e di rimborsi per i trasvoli transatlantici in business class. Altri ancora possono essere esempi da citare , ma il discorso si farebbe troppo lungo. Rimane solo, ancora una volta, di richiamare tutti al recupero della ragione. Questo è l’unico modo per sopravvivere in questi tempi difficili.