Suicidio assistito, primo sì in Italia: il commento di Laura Santi, giornalista di Perugia malata di sclerosi
” La realtà è che tutti vorremmo vivere bene. Poi però arrivi a un punto in cui la malattia non te lo permette più. All’inizio ho provato una grande tristezza ma poi ho realizzato che Mario adesso è libero…”. Laura Santi, 46 anni, giornalista di Perugia malata di sclerosi multipla grave, commenta così la notizia che il comitato etico dell’Asl delle Marche ha attestato che Mario (nome di fantasia di un tetraplegico immobilizzato a letto da dieci anni) possiede i requisiti per l’accesso legale al suicidio assistito. Lo fa parlando con l’ansa. Laura è impegnata con l’associazione Luca Coscioni per la quale è ora anche nel consiglio generale. “Spero di non dover mai arrivare a pensare al suicidio assistito – afferma – e ogni mattina appena sveglia mi dico” Laura, datti da fare, tieniti stretta la vita e l’amore di tuo marito”. Non voglio arrivare a quello ma la mia malattia peggiora e voglio essere libera di decidere della mia fine. Sapere di avere la possibilità di farlo ci aiuterebbe a vivere meglio”. Laura spiega di aver seguito passo passo la vicenda marchigiana di Mario e sottolinea che ” Mario ha sofferto per mesi perché qualcuno non ha applicato una sentenza della Corte Costituzionale. Nessuno si è preso la responsabilità che doveva”. Nel caso del suicido assistito per Laura Santi ” bisogna dare protezione e tutela al paziente ma anche al medico”. Per lei ” bisogna tradurre in una legge le sentenze Fabo e Cappato”. Conclude così Laura: ” C’è poi un referendum e con l’associazione Coscioni facciamo un passo oltre. Chiediamo infatti una legge che non solo depenalizzi l’aiuto a morire ma anche l’eutanasia attiva per chi non è in grado di somministrarsi il farmaco. Per noi questa è una legge per la vita e non per la morte”. Il parere del Comitato etico dell’Asl delle Marche riguarda un uomo di 43 anni, gravemente paralizzato da quasi 11 anni. Aveva chiesto un anno fa che fossero verificate le sue condizioni di salute per poter accedere ad un farmaco e porre fine alle sue sofferenze. Mario è il primo malato ad aver ottenuto il via libera al suicidio assistito in Italia. ” Sono stanco e voglio essere libero di scegliere il mio fine di vita. Nessuno – dice in un video – può dirmi che non sto troppo male per continuare a vivere in queste condizioni” e ” condannarmi a una vita di torture”. Mario è paralizzato dalle spalle ai piedi, a causa di un incidente stradale in auto.