TESSILE, IL MADE IN UMBRIA “VOLA” ALL’ESTERO
Il tessile umbro conquista i mercati esteri. In un momento di crisi, è questo il comparto che cresce. A rivelarlo è un’analisi eseguita dal Centro studi economico e finanziario Esg89 su 117 società del settore tessile umbro con fatturato superiore ai 500mila euro.
“Il comparto, salvo qualche eccezione, sta dimostrando vitalità, innovazione, creatività e buone prospettive – commenta Giovanni Giorgetti Ceo di ESG89 – L’export è la via maestra per migliorare i numeri di bilancio. Il made in italy è da sempre sinonimo del lusso e il made in Umbria ne è un esempio concreto. Il mondo sta annoverando sempre più famiglie benestanti in paesi che una volta erano lontani dai circuiti dello shopping. In una recente ricerca della Boston Consulting si stima che nel 2020 i consumatori del lusso nel mondo saliranno a 440 milioni”.
Il tessile registra una crescita del 6% con 91 aziende (il 78%) che ha chiuso l’esercizio in utile. Le aziende sotto al milione di fatturato sono 43, quelle con valore della produzione compreso tra 10 e 100 milioni di euro contano 9 unità.
Cucinelli e Spagnoli sono i due gruppi con un fatturato che supera i 100 milioni di euro. Fra le società con valore della produzione superiore ai 10 milioni, soltanto una ha chiuso l’esercizio in perdita. Perugia, con 27 imprese, è il comune con più aziende, seguita da Assisi e Città di Castello con 11 e Corciano con 10.
Tra le aziende ci sono la Studio Roscini spa che nel 2013 ha investito nella ristrutturazione e che auspica per il 2014 un incremento di fatturato dell’8%; la Fabiana Filippi spa che nel 2014 punta sull’America e i paesi asiatici e mira a consolidare un lavoro già avviato in Corea, Giappone e Taiwan; la Ab Creazioni srl, una delle piccole e medie imprese nate dall’indotto di Cucinelli, che oggi ha creato un brand che si rivolge soprattutto al mercato umbro.