Umbria tutta rossa dopo i 41 casi di modificazione del coronavirus. Variante inglese oltre 50% dei casi, Rt 1,17
La diffusione della variante inglese sta diventando la principale preoccupazione. La variante in molte Regioni rappresenta ormai oltre un terzo dei nuovi contagi, in Umbria ha superato il 50%.Il tutto grazie a una contagiosità di circa il 38% superiore al coronavirus che ha circolato fino ad ora nel nostro Paese. L’Umbria così diventerà – quasi sicuramente – tutta rossa anche per la presenza della variante brasiliana. Ieri i nuovi esami dell’Istituto superiore di sanità hanno rivelato 41 casi di varianti con un profilo genetico identificabile con la variante brasiliana e 22 con quella inglese. In questo momento nella nostra Regione preoccupano molto i nuovi 41 casi di variante brasiliana perché si deve ancora chiarire quanto il vaccino riesce a contrastarla. Si attendono per oggi i dati sul monitoraggio settimanale condotto dalla Cabina di regia. Dalle prime notizie, ancora non ufficiali, sembra comunque che l’Rt nazionale sia tornato sopra 1, dopo tre settimane con un indice Rt sotto la soglia di criticità. Tra le Regioni dove la variante circola di più c’è l’Umbria, nelle Marche è stata isolata la provincia di Ancona. La variante inglese sta comunque crescendo in diverse Regioni, oltre alla nostra: in Toscana è al 35%, in Puglia e in Emilia al 38%. Dovrebbero restare gialle undici Regioni, anche se alcune (Piemonte, Lombardia) fanno sapere di pensare a zone rosse in località duramente colpite dal virus. Nel frattempo questa mattina si è riunito il Comitato tecnico scientifico della Regione Umbria per esaminare lo scenario epidemiologico legato alla pandemia. Le indicazioni che emergeranno verranno utilizzate anche per la nuova ordinanza che dovrà adottare Palazzo Donini. Tra i dati al vaglio del Cts è ipotizzabile che ci siano anche quelli relativi alla diffusione delle varianti al virus sul territorio umbro in base alle ultime indicazioni giunte dall’Istituto superiore di sanità.
Aggiornamento- L’Rt dell’Umbria , come indicato nell’ultimo monitoraggio relativo alla settimana 8-14 febbraio, è dell’ 1,17. L’Umbria ha un livello di rischio alto. Ora la decisione sarà presa dal Ministro Roberto Speranza alla luce delle ultime valutazioni della Cabina di regia e del Comitato tecnico scientifico.