UN DIFFICILE NATALE

di Pierluigi Castellani

Credo che  nessuno degli italiani avrebbe mai immaginato di trovarsi a vivere questo Natale in una condizione di grave emergenza e senza quella vistosa vivacità che ha ravvivato tutti i precedenti Natali della vita. Eppure questa è la condizione in cui ci troviamo. La Messa della notte anticipata ad un orario di prima della cena, negozi e ristoranti chiusi, niente di quella socialità calorosa che soprattutto contraddistingue da sempre l’esuberanza dei popoli che vivono lungo le sponde del Mediterraneo. Non le lunghe tavolate degli altri anni, le feste in piazza, il ritrovarsi delle famiglie, l’abbraccio tra nonni e nipoti, le consuete e piacevoli visite ai mercatini, né l’affollarsi nei luoghi di ritrovo e dello svago e, per chi ama la montagna,  niente sci ai piedi ma solo solitarie passeggiate sulla neve tra i boschi. In più gli italiani stanno vivendo l’incertezza della politica con il governo messo ogni giorno in affanno dalle difficoltà interne dei partiti che lo sostengono , mentre il timore del diffondersi del contagio, con il virus – 19 che si muta,  accresce l’insicurezza della vita di ognuno. In un momento così difficile vale allora la pena di soffermarsi a pensare e riscoprire finalmente il significato vero del Natale come suggerisce papa Francesco e trovarsi di fronte a quel messaggio di pace e speranza che nasce da quella povera ed occasionale culla della stalla in cui giace il bambino Gesù. Tutto induce tuttavia a vivere con speranza questo frangente ed ad accettare quel messaggio di sobrietà che viene dato a tutti, soprattutto ai potenti e grandi del mondo che si trovano ad affrontare un’ emergenza così grave come mai avrebbero immaginato di trovarsi a vivere. Una sobrietà che vale per tutti, per quanti erano abituati a vivere il Natale in modo laico e festoso, occasione di incontro e di scambio di doni, spesso dimenticando chi si trova nell’indigenza o chi, avendo perso il lavoro e la possibilità di  guadagnare nel periodo delle ferie invernali, ora è costretto ad una improvvisa povertà. E’ il momento di riscoprire il dovere della solidarietà, del ritrovarsi fratelli in quel comune destino a cui nessuno si può sottrarre. Forse è proprio questo il messaggio che sale da quella povera mangiatoia in cui giace il bambino che, per chi crede, è il Salvatore tanto atteso e, per chi non crede, rappresenta  comunque un forte richiamo ad accettare il comune destino dell’umanità. Per questo nelle sfolgoranti e solitarie luci, che pur tuttavia rallegrano le nostre piazze improvvisamente deserte, possiamo ugualmente trovare la luce di quella stella che ci accompagna dai ricordi della nostra infanzia. E dove c’è luce c’è speranza, questo è quanto vogliamo ricordare ai nostri amici ai quali inviamo un caloroso augurio di buon Natale.