“Amministrazione trasparente”, rating delle Regioni: l’ Umbria non brilla. Sui fondi europei poca capacità di spesa.
Un segnale preoccupante, un campanello d’allarme. Soprattutto in un momento in cui l’economia fatica a riprendersi ma la politica , non solo quella umbra , ammalata di ricerca del consenso, fa fatica a capire. Una brutta notizia arriva dal rating delle Regioni, che la Fondazione Etica ha presentato con un report molto significativo. Purtroppo dai risultati emerge un preoccupante arretramento dell’Umbria , che perde posizione e si colloca tra le Regioni che scivolano nel basso della classifica. C’è soprattutto un capitolo del report che rappresenta un vero e proprio campanello d’allarme: la capacità di spendere i fondi europei. Ebbene dal lavoro svolto dalla ” Fonazione Etica” emerge un risultato in generale insoddisfacente ma ci sono Regioni italiane che fanno meglio come , nell’ordine, Valle d’Aosta, Toscana, Emilia Romagna e Basilicata. Ma c’è poi chi fa peggio: Molise, Lazio, Campania, Abruzzo, Umbria e Marche. Insomma l’Umbria è in fondo alla classifica e mostra forti ritardi nella spesa dei fondi europei. Eppure fino a qualche anno fa risultava fra le tre-quattro regioni italiane migliori per capacità di spesa e utilizzo delle risorse comunitarie, tanto che alla fine di ogni programmazione comunitaria riusciva ad ottenere finanziamenti aggiuntivi , assegnati ad altre regioni ma non impegnati. A cominciare dal Piano di sviluppo rurale , dove l’Umbria veniva considerata una Regione modello con capacità di rendicontare le somme assegnate entro i tempi stabiliti dall’Europa. Ritrovarsi tra le Regioni peggiori per capacità di spesa può rappresentare un serio problema in vista delle prossime risorse del Recovery fund, quando saranno proprio le Regioni a dover utilizzare al meglio i finanziamenti europei. La nostra Regione presenta carenze anche in altri settori, a cominciare da quello della cosiddetta ” amministrazione trasparente”. La “Fondazione Etica” pubblica i risultati della ricerca fatta: in media il rating delle Regioni italiane è di 50 punti su 100. Sul podio ci sono, nell’ordine, Toscana, Emilia Romagna e Veneto. La Lombardia scende dal primo al quarto posto rispetto al 2018 in quanto penalizzata da alcuni indicatori di rendicontazione delle informazioni sugli appalti. L’ Umbria è dodicesima con 49 punti, quindi sotto la media nazionale. Condivide la non esaltante posizione con le regionali meridionali, abbandonata anche dalle Marche che con 54 punti vola verso il nord del Paese. Ma c’è una considerazione del report che deve far riflettere ancora di più: Molise, Basilicata e Puglia , pur ottenendo anche nel 2020 un rating pubblico sotto la sufficienza, mostrano un miglioramento. Il report fa emergere un’altra considerazione importante che deve preoccupare gli amministratori della Regione. A raggiungere i risultati migliori sono le Regioni del Nord con un Pil pro capite elevato, questo sta a significare che l’Umbria – gli ultimi dati sulla ripresa lo confermano – è ormai scivolata verso il sud del Pease con ricadute negative sulla ricchezza prodotta. Nell’ambito sanitario, il primo indicatore analizzato riguarda la spesa pro capite per investimenti sanitari. La spesa maggiore appartiene alle due province autonome di Trento e Bolzano, rispettivamente con 155 e 132 euro pro capite. Al terzo posto la Basilicata, con 71 euro.