PERUGIA – Dopo la lettera del commissario Verini ai circoli, la consigliera regionale Donatella Porzi scende in campo e va all’attacco con una dura nota pubblicata dalle colonne della “Nazione dell’Umbria” di oggi.
“Leggo con sorpresa che il Commissario Regionale accusa i circoli del PD di immobilismo e pensa agli accorpamenti. Certamente è molto piu’ semplice ,ancora una volta, ridurre gli spazi del confronto interno, evitando confronti e discussioni, che andare a “sporcarsi le mani” nei territori, cercando di comprendere le motivazioni della asserita inattività dei circoli e delle tante brave persone, che li compongono e che, volontariamente, hanno servito la nostra comunità politica con spirito di sacrificio ed attaccamento ai nostri valori, sacrificando spesso famiglia, vita sociale e personale e soldi propri senza chiedere nulla in cambio”.
“Qualche mese fa, nel caos più completo, fui una delle poche a ribadire in tutte le sedi locali e nazionali che sopprimere l’assemblea regionale, non riconoscendo i membri democraticamente eletti, era un grave errore di visione politica – spiega Porzi – Avremmo dovuto convocare un’assemblea degli iscritti, invece che spostare i processi decisionali su pochi fidati per portare a compimento un progetto che, ad oggi, è tutto da comprendere e che sembra essere stato costruito per garantire pochi, ma che ha sicuramente dato una risposta al popolo del PD e cioè che la minoranza uscita dal congresso ha confermato con i fatti di essere ancora ampiamente minoranza sia nella leadership che nella programmazione politica”.
“Oggi, ad oltre un mese dalle elezioni regionali, non abbiamo avuto neanche un’occasione di riflessione per poter analizzare quanto accaduto, come del resto era successo dopo le amministrative e le europee di Maggio, anzi assistiamo alla proposta di un cronoprogramma verso i congressi, a tappe forzate, ad occhi ed orecchie chiuse, per evitare riflessione e partecipazione. La democrazia interna al nostro partito non è opzionale, sarebbe proprio ora che, dopo aver lacerato e diviso quel poco che resta del partito democratico, si riavviasse un dibattito politico vero. In questi dolorosi mesi, come tanti altri iscritti del pd, ho subito in silenzio tante decisioni incomprensibili, non ho condiviso nulla né del metodo adottato né dei contenuti politici imposti.
Ma questo non accadrà piu’. Chi ha in mente il ritorno al solo riformismo socialista sappia fin da ora che tradirebbe il grande progetto del PD fondato anche dalla cultura del riformismo cattolico democratico”.
“In tanti abbiamo creduto e costruito la parità di rappresentanza, creando uno spazio aperto dove anche per i moderati e progressisti c’era agibilità politica. Nessuno si illuda che nella nostra regione Umbria permetteremo che qualche superstite nostalgico della Bolognina possa trovare il campo libero per la riedizione di progetti bocciati pesantemente dalla storia”.