Centofanti parla, Amara collabora e Perugia indaga. Quando Capristo ambiva alla Procura Generale dell’Umbria
L’avvocato Piero Amara si dichiara disponibile a collaborare; l’imprenditore Fabrizio Centofanti – dopo due anni di silenzio – ha deciso di parlare; il gup di Perugia, Piercarlo Frabotta, nell’ambito dell’udienza preliminare in corso nel capoluogo umbro che vede l’ex consigliere del Csm Luca Palamara imputato, ha disposto accertamenti sul server ” di transito” del trojan utilizzato per intercettare Palamara. La Procura della Repubblica di Perugia è diventata crocevia delle più importanti inchieste che in questo momento tengono col fiato sospeso molte persone. Ogni giorno che passa aumentano gli indagati, cresce il numero di quelli eccellenti. Forse siamo solo alla punta dell’iceberg, forse c’è ancora un sommerso molto più vasto e importante. Fatto sta che almeno cinque Procure sono impegnate in queste ore a ricostruire un “mosaico” dagli aspetti molto inquietanti: Milano, Firenze, Perugia, Roma e Potenza; tra queste, sicuramente un ruolo centrale lo svolge la Procura di Perugia . Certo la rete di contatti di Centofanti e Amara mette in imbarazzo tanti, molteplici figure ben introdotte nel mondo politico e nella stessa magistratura, come dimostra anche l’ultima inchiesta di Potenza. Inchiesta sull’ex Ilva di Taranto che ha portato in carcere l’avvocato siciliano Piero Amara, il “poliziotto” Filippo Paradiso e sottoposto all’obbligo di dimora l’ex procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo. Nomi apparentemente lontani da Perugia , ma sicuramente non distratti su quanto avveniva nel resto del Paese , visto che il “sistema Amara” aveva costruito una rete di faccendieri molto vasta e importante. Proprio per questo le Procure di Firenze e Roma hanno un ruolo altrettanto determinante per ricostruire quel mosaico che potrebbe comprendere anche la cosiddetta ” Loggia Ungheria”. Una presunta congrega massonica in grado di scegliere le persone nei posti di potere e così orientare affari e condizionare inchieste. Materiale che Amara assicura di aver custodito in luoghi segreti, lasciando intendere di essere pronto a tirarlo fuori in ogni momento. L’ultima carta potrebbe giocarla proprio adesso che si ritrova per la seconda volta rinchiuso in un carcere. Alcuni nomi in realtà sono già usciti sui giornali, un paio coinvolgono anche l’Umbria e lambiscono personaggi importanti. Anche se Michele Vietti, ex vicepresidente del Csm, definisce le rivelazioni dell’avvocato Piero Amara ” una via di mezzo tra una barzelletta e una mascalzonata”. Nelle ultime ore la novità arriva proprio da Perugia: Fabrizio Centofanti, presunto corruttore dell’ex magistrato Palamara, ha deciso di parlare. In due verbali di dichiarazioni spontanee, riempiti l’ 1 e il 9 giugno davanti al Procuratore Raffaele Cantone, avrebbe confessato e ammesso molti particolari sulle sue relazioni . Non solo: avrebbe ammesso di aver organizzato e finanziato cene con esponenti delle correnti delle toghe per decidere come riempire le caselle. Ci sarebbero inoltre le testimonianze di alcuni ristoratori che confermerebbero le dichiarazioni di Centofanti. Ci sarebbe poi la disponibilità dell’avvocato Amara a collaborare con i magistrati di Potenza. Dalle carte che hanno portato ad azzerare il ” Sistema Capristo” potrebbero spuntare elementi utili agli inquirenti di altre Procure, per inquadrare le vicende su cui indagano. Carlo Maria Capristo, ex procuratore di Trani e Taranto, aveva presentato domanda al Csm per Procuratore Generale di Perugia, quando si liberò nel 2015 il posto in seguito al pensionamento del dottor Giovanni Galati. Al magistrato pugliese, dopo la bocciatura a procuratore di Bari, interessava l’Umbria e la Procura Generale. Il Csm però scelse Fausto Cardella. Poi , come sostiene ” La Repubblica”, è difficile capire chi realmente sia e che lavoro faccia l’avvocato Piero Amara senza partire da quello che la procura di Potenza, con una fortunata definizione, definisce il ” suo relation man”: il ” poliziotto” Filippo Paradiso, comandato quasi sempre presso varie segreterie particolari di ministri e sottosegretari. Ultimi incarichi negli staff di Salvini, Casellati e Sibilia. Potenza così lontana ma in continuo contatto con qli inquirenti umbri, toscani e romani.