Coletto, Fioroni e Pastorelli contro la riapertura delle scuole. Gli studenti: “Tutelare il diritto allo studio”

PERUGIA – Al Corriere dell’Umbria di oggi l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto confessa di essere contrario al ritorno in classe delle superiori previsto per il 7 gennaio. E’ vero che i piani dei Prefetti per riorganizzare gli orari e il trasporto pubblico sono pronti, che le Regioni hanno dato il loro ok a tornare in classe delle superiori al 50%. Ma le preoccupazioni per i contagi in crescita e gli effetti della riapertura delle scuole aumentano. Oggi metà giunta regionale solleva le sue perplessità e rivolge un appello a riflettere sulla riapertura prevista per il 7 gennaio . Una situazione che rischia di sfuggire di mano con le regioni in ordine sparso. Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna, è pronto a ripartire in presenza, Michele Emiliano, governatore della Puglia, ha annunciato per oggi un’ordinanza che lascerà decidere alle famiglie se preferiscono fra tornare a scuola i figli o farli continuare con la didattica a distanza. Fatto sta che l’intesa tra il governo e le regioni, siglata il 23 dicembre scorso, per la riapertura delle scuole superiori il 7 gennaio, rischia già di saltare. Tra le ipotesi allo studio, se si deciderà di non lasciare la parola alle regioni, c’è quella di rinviare il ritorno in presenza al 18 per monitorare l’evoluzione del contagio. Tra l’altro è la scelta che hanno fatto alcuni Paesi europei, Francia, Germania e Inghilterra, che hanno allungato le vacanze di Natale o rinviato il ritorno in classe.  Per l’assessore Coletto questo è il momento di decidere ” se salvare vite o riaprire le scuole in quanto la situazione è delicatissima. Un errore rischia di far saltare il banco”.

Anche l’assessore allo sviluppo economico Michele Fioroni “auspica che il governo valuti l’opportunità della riapertura in presenza prevista per il 7 gennaio”. Un vero e proprio allarme lanciato da metà della giunta regionale dell’Umbria che invita il governo a riflettere sulla riapertura del 7 gennaio, considerata imprudente e pericolosa. Qualcuno, tra l’altro , sottolinea le stesse parole del virologo Burioni che spiega che ” la variante inglese pare circolare con particolare intensità nei bambini e nei ragazzi”. Una scelta complessa anche perché , giustamente, gli studenti chiedono certezze sul loro sacrosanto ” diritto allo studio”. Ricordano, quelli del coordinamento regionale di Altrascuola, di aver chiesto un incontro alla regione per discutere proprio delle loro richieste.  In poche parole i ragazzi vogliono tornare a scuola e chiedono di poterlo fare in totale sicurezza. Denunciano la mancanza di un progetto di ampio respiro che consenta il successo scolastico e il diritto all’istruzione degli studenti.

“Rinviare la riapertura delle scuole”: il capogruppo Lega Umbria, Stefano Pastorelli, sostiene l’ipotesi avallata – riferisce una nota della Lega – dall’assessore regionale alla sanità Luca Coletto. “Alle condizioni attuali – spiega Pastorelli – il rientro in classe il 7 gennaio rischierebbe di compromettere un delicato equilibrio, come già accaduto dopo la riapertura del 14 settembre. Non possiamo permetterci di vanificare i tanti sacrifici fatti dai cittadini umbri durante le festività e gli sforzi profusi dal sistema sanitario regionale per giungere a risultati positivi in termini di numero di contagiati e indice Rt. Non siamo solo noi a pensarla così, ma molte Regioni, anche quelle guidate dalla sinistra, hanno palesato dubbi sull’effettiva possibilità di garantire la didattica in presenza in piena sicurezza e lo stesso hanno fatto i sindacati nazionali del mondo della scuola”.

 “Ancora una volta – osserva il capogruppo della Lega – emerge tutta l’incapacità del Governo nel gestire la pandemia e si palesano i vergognosi ritardi accumulati dai Ministri Azzolina all’istruzione e De Micheli ai trasporti, che hanno perso tempo e ignorato le proposte provenienti non solo dalla Lega, ma dagli attori coinvolti nel processo educativo e formativo”. “Torniamo a ribadire – aggiunge, fra l’altro – la necessità da parte della Regione Umbria di stipulare convenzioni con i titolari di taxi e Ncc (noleggio con conducente), al fine di integrare il trasporto pubblico locale, per garantire sia la mobilità che la sicurezza anti contagio”.