Tutelare il lavoro, sia quello diretto che in appalto, difendere e implementare il welfare cittadino per abbattere le disuguaglianze crescenti, far sentire la voce del Comune in difesa della sanità pubblica, restituire centralità alle aziende partecipate e, soprattutto, svolgere appieno il ruolo di capoluogo, con un protagonismo politico forte sui tavoli regionali e nazionali. Sono queste, in estrema sintesi, le priorità che la Cgil di Perugia ha illustrato alle candidate e ai candidati sindaco, che hanno chiesto un confronto con la Camera del Lavoro. Il sindacato ha infatti incontrato nella giornata di oggi, mercoledì 8 maggio 2024, Margherita Scoccia, Vittoria Ferdinandi e Massimo Monni, restando disponibile ad incontrare anche gli altri candidati qualora lo richiedessero.
“Abbiamo accolto con piacere la richiesta che ci è arrivata da chi si candida a governare la nostra città – ha spiegato Simone Pampanelli, segretario generale della Cgil di Perugia, accompagnato dalla sua segreteria – perché è importante che il mondo del lavoro che rappresentiamo trovi ascolto da parte della politica. Ovviamente – ha aggiunto il segretario – come organizzazione sindacale teniamo alla nostra autonomia, pur non essendo indifferenti rispetto alle diverse posizioni espresse. Con questo spirito abbiamo prima ascoltato idee e proposte dei nostri interlocutori, per poi ribadire alcuni punti cardine per la nostra organizzazione”.
In particolare, la Cgil ha rimarcato la necessità di una maggiore attenzione al lavoro, unico vero antidoto allo spopolamento e alla crisi demografica che la città sta vivendo. Questo significa, ad esempio, reinternalizzazione di alcuni servizi strategici e professionalità, rafforzamento del cantiere comunale e massima attenzione alle catene degli appalti e alle condizioni di chi vi lavora. “Per questo – ha sottolineato il segretario Cgil – riteniamo che l’introduzione di un salario minimo, insieme all’applicazione dei contratti nazionali sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, possa essere un elemento in grado di elevare gli standard di sicurezza e i diritti di chi lavora sul territorio”.
Centrale è poi per la Cgil il tema della salute di cittadine e cittadini, rispetto al quale il sindaco è il primo responsabile: “Lo sgretolamento sempre più evidente del sistema sanitario pubblico non può essere un problema di cui il Comune non si occupa – ha detto Pampanelli – anche perché esistono strumenti, come la conferenza dei sindaci, attraverso i quali si possono indirizzare le politiche sociosanitarie”. Per la Cgil è necessario, dunque, che il Comune programmi un “grande investimento” nelle persone e nel lavoro pubblico, che vada a colmare i vuoti determinati da turnover e mancate assunzioni negli ultimi decenni e consenta di dare respiro a una nuova visione del ruolo dell’amministrazione comunale nell’erogazione di servizi, a partire da un welfare capace di dare risposte alla cittadinanza.
Altro nodo toccato dal sindacato è quello delle aziende partecipate: “Per noi è fondamentale ribadire la centralità del ruolo pubblico di queste realtà – ha spiegato ancora Pampanelli – che devono tornare ad essere strumento di sviluppo e progresso per la città. Questo significa curare le reti, l’ambiente, le infrastrutture e i diritti di cittadinanza, con una logica più orientata al bene comune che al profitto”.
“Al di là del giudizio politico che si può avere sulle nostre istanze – ha ribadito ai tre candidati il segretario Pampanelli – c’è uno strumento fondamentale che consente alle rappresentanze sociali di incidere sulle scelte politiche e amministrative del Comune, che è la contrattazione sociale. Un sistema di partecipazione che non può però limitarsi a una mera informazione sulle scelte di bilancio a ridosso della sua approvazione, ma che va alimentato con costanza e reale volontà di confronto”.