Covid e durata degli anticorpi: coperti almeno dai 9 ai 12 mesi. Conta la memoria cellulare

Quanto può durare l’immunità nelle persone risultate positive al Covid ? È una delle domande più diffuse tra la gente, anche in Umbria. Gli studi fatti sono abbastanza concordi nell’affermare che i vaccini hanno una efficacia che varia dal 70-80% in quelli a vettore virale, e una ancora maggiore, tra il 90-95% nei più innovativi vaccini a Rna messaggero. Inoltre, tutti i vaccini disponibili sono in grado di proteggere al 97%  dalle forme gravi di Covid-19. Il primo elemento da sottolineare è che tutti e quattro i vaccini autorizzati in Italia ( Pfizer, Moderna, AstraZeneca e J&J) la risposta indotta dalla prima dose di vaccino comincia a essere efficace 7-10 giorni dopo. Per quanto riguarda, invece, la risposta anticorpale sono stati pubblicati tre lavori scientifici che registrano la stessa tendenza: gli anticorpi , pur persistendo per un periodo di almeno 6 mesi, decadono nel tempo. Tuttavia questo non vuol dire che l’organismo umano, in caso di successiva nuova esposizione al virus, si ritrovi senza protezione. I risultati degli studi scientifici hanno infatti mostrato che la risposta è ancora presente a distanza di otto mesi dall’infezione e che il prevedibile calo del titolo anticorpale è compensato dal lavoro delle cellule della memoria che non lasciano l’organismo indifeso. C’è un ultimo studio sulla durata della risposta immunitaria dopo le vaccinazioni, pubblicato su Nature ( Science,  Science Immunology e Nature), molto significativo e positivo. In questo lavoro sono state studiate le plasmacellule midollare, le cellule di memoria che vanno a insediarsi nel midollo osseo e producono poi anticorpi. E si è visto che le plasmacellule midollari dopo tre mesi o nove mesi dall’ infezione sono persistenti, non diminuiscono e la loro quantità è comparabile alle plasmacellule midollari che sono indotte dalla vaccinazione per il tetano piuttosto che per l’influenza. Dunque gli anticorpi possono anche diminuire. Il professor Mario Clerici, ordinario di immunologia all’Universita’ statale di Milano , oggi sul Corriere del Sera, afferma infatti che ” se nove mesi dopo sono guarito dal Covid, gli anticorpi sono più bassi perché vengono prodotti soltanto se servono. Invece serve che ci siano le plasmacellule che riproducono gli anticorpi al verificarsi di un secondo contatto con il virus”.