Covid, primi quattro donatori di plasma iperimmune in Umbria. Produzione in attuazione, già 120 adesioni.
Domani inizieranno anche in Umbria le procedure per la raccolta di plasma iperimmune, da utilizzare per curare i malati Covid. Sono quattro i donatori scelti su 20 presi in considerazione. Lo ha annunciato questa mattina in Consiglio regionale l’assessore alla salute Luca Coletto, rispondendo ad una interrogazione dei consiglieri del Pd Tommaso Bori e Simona Meloni. L’intenzione è quella di allargare e ampliare la platea dei donatori. La Regione – ha sostenuto Coletto – ha avviato il percorso di selezione e produzione del plasma iperimmune da donatori-pazienti, guariti da infezione Covid. ” La Regione – ha ribadito Coletto – ha avviato la sperimentazione legata al progetto ” Tsunami” , attraverso un comunicato informativo alla popolazione e anche alla associazione di donatori di sangue. E’ iniziata, dal 18 maggio, la selezione dei candidati donatori che già dalla prima settimana ha avuto circa 120 adesioni. Da domani, 27 maggio, inizieranno i primi 4 donatori su 20 esaminati. E’ intenzione della Regione utilizzare i test dei donatori, previo accordo con tutti i donatori dell’Umbria, per implementare ulteriormente la possibilità di avere donatori di plasma iperimmune e costituire una vera e propria banca che possa essere utilizzata nel caso in cui si dovesse ripresentare un ulteriore epidemia e intervenire così per curare i pazienti con questa possibilità che non ha esiti negativi.In futuro verrà attivata questa situazione, ovviamente perfezionata visto che una volta verificata la positività dovrà essere classificata, presso il laboratorio di Pisa, la presenza degli anticorpi neutralizzanti, in attesa che la cosa possa essere fatta presso l’ Azienda ospedaliera di Perugia “. Nella replica i consiglieri Bori e Meloni suggeriscono che, ” vista una quota di pazienti già disponibili, perchè guariti, si potrebbe iniziare con la richiesta proattiva, cioè le Asl, anche attraverso i medici di base, potrebbero suggerire agli oltre 1000 pazienti umbri guariti, di sottoporsi alla plasmaferesi. Se dei mille anche una piccola parte si rendessero disponibili si potrebbero già accumulare delle riserve di plasma iperimmune “.