Il brusio di via Palermo e il futuro di Confindustria Umbria. L’agitazione dei territori, le mosse di Alunni e l’attesa di Colaiacovo.
Apparentemente regna il silenzio nella sede di Confindustria Umbria in via Palermo ma in realtà si respira un clima di ostilità più o meno latente. Il Presidente Antonio Alunni fila dritto per la sua strada e sembra disinteressato al chiacchiericcio dei corridoi . All’imprenditore ternano il brusio non da fastidio anzi – dopo la delega ricevuta a Roma sulla cultura – sembra che ci abbia preso gusto: tutto questo ronzio perugino , sembra voler dire, mi consente di lavorare più su Roma. Il ragionamento di Antonio Alunni è questo: il mormorio di Perugia mi lascia indifferente a me interessa costruire il rapporto con Roma . Ragionamento che non fa una piega anche perchè il “rampante” ( nel senso buono della parola) Presidente umbro deve recuperare punti con Carlo Bonomi, nuovo numero uno di Confindustria nazionale, non avendolo sostenuto – almeno così si dice – alle ultime elezioni. Una delega alla cultura non si nega a nessuno ma da questo passare a diventare uomo di fiducia dell’ex numero uno di Assolombarda ce ne vuole. Infatti il nuovo presidente di Confindustria si è presentato con un programma di rottura ed è uno che non dimentica facilmente i tentennamenti degli altri. Ma per un un attimo lasciamo le vicende romane e torniamo a quelle umbre. Partiamo da subito dopo l’estate dello scorso anno , quando Antonio Alunni decise di cambiare il suo vicepresidente togliendo la Francesca Colaiacovo e mettendo al suo posto Gianluigi Angelantoni. Secondo alcune indiscrezioni il cambio rappresentò una sorpresa per tutti, sicuramente in pochi erano a conoscenza. Certo è che Carlo Colaiacovo ci restò male un bel pò, l’uomo di Gubbio non è uno che si fa mettere i piedi in testa troppo facilmente. Di solito è uno che quando vede simili comportamenti non può fare a meno di reagire. In quell’occasione riuscì a restare in silenzio, controllò i suoi impulsi e disse ai suoi più stretti collaboratori: saper aspettare non è debolezza ma coraggio. In molti sostengono che quella mossa di Alunni avvicinò Colaiacovo a molti che nel tempo si erano allontanati . C ‘ è chi racconta che lo stesso Giampiero Bianconi, allora Presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio di Perugia, da un pò di tempo critico nei confronti dell’uomo di Gubbio, si avvicinò di nuovo all’imprenditore eugubino. Insomma quella scelta di silurare la Francesca Colaiacovo ebbe l’effetto di compattare molti che fino ad allora erano divisi. Divisioni che si sono manifestate palesemente in occasione dell’ ultima Assemblea di Confindustria Umbria quando Antonio Alunni è stato confermato alla guida degli industriali per il biennio 2019-2021. Il voto finale certificò la spaccatura e le ostilità, con la fuga di elettori pesanti . Al suo fianco è rimasto sempre l’Amministratore delegato di Ast Massimiliano Burelli e, almeno così assicurano in molti, si sarebbe aggiunto il Re Mida umbro del cachemire Brunello Cucinelli. La mossa di Cucinelli non sarebbe stata ispirata dalla volontà di rendere più bella l’umanità di Confindustria piuttosto dalla necessità di frenare i tentativi di Colaiacovo. Che qualcosa stava cambiando all’interno di Confindustria Umbria lo si capisce anche a febbraio di quest’anno, quando Alunni attacca un atto della Regione sulla rimodulazione dei fondi europei per l’emergenza economica legata al diffondersi del Coronavirus. ” Strada sbagliata e strumenti inadeguati”, denunciò subito il numero uno di Confindustria Umbria. Tra i protagonisti di quell’atto – senza entrare nel merito – c’era l’attuale assessore regionale al Bilancio Paola Agabiti, moglie di Gian Marco Urbani, Presidente di Confindustria Terni. L’uscita venne presa malamente dalla signora Urbani che iniziò a chiamare diversi imprenditori lamentandosi della nota di via Palermo. Le telefonate furono, a dire dell’assessore al bilancio, confortanti perchè tutti gli interlocutori avrebbero sostenuto la validità dell’atto della regione, derubricando l’uscita di Aluni come presa di posizione personale del Presidente senza coinvolgere gli organi . Dove sta effettivamente la verità non è dato sapere. Malgrado il lockdown il clima non sarebbe cambiato , tanto che tutta l’attenzione si sta spostando sul rinnovo dei responsabili dei comprensori e delle sezioni di categoria. Saranno proprio loro a condizionare le scelte dei prossimi mesi e a ” decidere ” i nuovi assetti, per questo si registra una agitazione forte sui territori. E’ tutto un frullare di cene e incontri, idee e voglie strane, con la mente di molti agitata più di altre volte. Confindustria di oggi non è più quella di ieri, anche in Umbria.